La Sardegna moltiplica i turismi per allungare la stagione. Dai borghi autentici al turismo culturale e archeologico, dall’enogastronomia alla vela e al golf, dal turismo attivo al turismo dei cammini, l’ipotesi dell’assessora regionale Barbara Argiolas è chiara. “Serve un cambio di paradigma che ci consenta di mettere al fianco del turismo balneare tante altre offerte”, spiega l’esponente della Giunta Pigliaru.

Aprendo i lavori della prima sessione di Sardinia Tourism Call2Action, che Geasar ha programmato nella sala conferenze Mbc dell’aeroporto Olbia-Costa Smeralda e ha dedicato ai borghi autentici, la titolare del Turismo si rivolge direttamente alla platea. “Il fatto che si parli di turismo di fronte a un consesso che non è fatto solo di albergatori, ma di imprese, servizi e amministratori, è significativo del fatto che le cose stanno cambiando”, dice.

“Per intercettare questi cambiamenti, bisogna prepararsi”, prosegue, benedicendo l’iniziativa messa in moto dalla società di gestione dello scalo gallurese. Una preparazione che per l’assessora deve essere mirata a un obiettivo chiaro. “Bisogna capire come i borghi, ma anche altri fattori, possono diventare attrattore di una nuova domanda, un motivo che stimola la voglia di vacanza in Sardegna – è la proposta – bisogna capire se ci sono le condizioni per convincere le persone a venire nell’isola anche lontano dalle spiagge, sebbene il turismo balneare resti una nostra priorità”.

Per Lucio Murru, direttore commerciale di Sogaer, non c’è alcun dubbio che debba essere il contenuto dell’offerta turistica a cambiare. “Non ci sono più scuse e non può reggere più neanche l’alibi dei collegamenti – dice apertamente – quest’estate la Sardegna ha 143 collegamenti aerei per l’Europa”. Un dato che secondo lui conferma che “non c’è un problema di collegamenti, ma c’è un problema di domanda”. L’esempio? Le Isole Baleari, prese come metro di paragone per meri ragionamenti quantitativi, e non per indicarle necessariamente come il modello da seguire. “Le Baleari hanno una stagionalità più netta della nostra, e sono grandi un quarto della Sardegna – riflette Murru – eppure i suoi aeroporti registrano un traffico di 38 milioni di passeggeri”.

Stagionali, certo, “ma con grandi capacità di destagionalizzazione – prosegue il direttore commerciale – se è vero che in ottobre ci sono 3milioni e 600mila passeggeri, tanti quanti nel nostro picco”. Il primo passo del percorso di formazione e aggiornamento proposto da Geasar attraverso il ciclo di incontri di Sardinia Tourism Call2Action l’ha fatto Cristina Galgano, imprenditrice, rappresentante del Gruppo Galgano. Parlando di turismo e di come in questo settore è possibile accrescere la qualità della customer experience per creare valore e sviluppo del prodotto e del servizio,l’esperta ha sottolineato che oggi “complice anche la tecnologia, il cliente dell’industria turistica è più esigente, più difficile da gestire, ma se è soddisfatto diventa il miglior agente di marketing possibile, la sua testimonianza vale molto più di altri strumenti di promozione”.