Nella serata di ieri, venerdì 9 marzo, si è tenuta l’assemblea cittadina di solidarietà in favore di Lavinia Flavia, la maestra di una scuola elementare che durante il corteo contro CasaPound ha insultato i poliziotti schierati, alla quale hanno partecipato circa un centinaio di persone.
L’assemblea ha espresso la propria solidarietà alla giovane insegnante e contemporaneamente stigmatizza il linciaggio mediatico cui lei è stata sottoposta.
I partecipanti si sono dichiarati “testimoni diretti o indiretti del carattere sempre più repressivo e violento che le forze di polizia svolgono contro ogni manifestazione di dissenso e/o antifascista”.
“Riteniamo che libertà di manifestare significhi anche libertà di gridare il proprio disprezzo per i metodi brutali con i quali viene repressa ogni forma di dissenso, ogni forma di opposizione al nascente fascio-leghismo. Pensiamo che questo linciaggio non sia frutto del caso, né un caso isolato, ma un prodotto di una ben orchestrata campagna di odio tesa a smantellare quel che rimane dello stato sociale, i diritti degli ultimi, i valori dell’antirazzismo insiti nella vigente costituzione – e proseguono – Lavinia diventa così, per la stampa, per l’opinione pubblica in generale alla quale viene additata, un simbolo di odio, mentre la reale violenza si abbatte su tutti noi quando il dissenso e la libertà di manifestare diventano reati di opinione”.
“Chiediamo che venga revocata la sospensione del lavoro per Lavinia perché pensiamo che un simile provvedimento sia spropositato rispetto ad una frase decontestualizzata dall’ambito in cui è stata gridata. Giudichiamo questo provvedimento ancora più grave pensando che a breve verrà approvato un nuovo codice disciplinare che è da accostare al codice Rocco. Stiamo con Lavinia perché antifascisti, perché riteniamo sia un dovere manifestare contro tutte le forme di fascismo, perché rifiutiamo la logica di uno stato forte con i deboli e debole con i forti – e concludono – stiamo con Lavinia e chiediamo il reintegro sul suo posto di lavoro”.