“Bisogna tutelare gli anziani ospiti e i lavoratori della struttura, la Casa della Divina Provvidenza non deve chiudere: è istituto che ha una storia, offre un servizio importante alla comunità di Sassari e hinterland, dà lavoro e assistenza. Non possiamo permetterci di arrecare un ulteriore e grave danno al sostrato occupazionale e alla dimensione sociale del nord Sardegna e della nostra città”.
Così Desirè Manca e Maurilio Murru, portavoce del Movimento Cinque Stelle in Consiglio comunale di Sassari: “Oggi la struttura dà assistenza a 90 ospiti, impiegando 31 persone tra OSS, infermieri e generici. Lavoratori che da circa sette mesi non percepiscono lo stipendio, compresa la 13^ mensilità del 2017. Da sottolineare che la Casa della Divina provvidenza, come da prassi consolidata, riceve un sostegno economico dalla Regione ed è in attesa di ricevere un finanziamento regionale pari a circa 400mila euro. Ma l’emergenza intanto è piena ed attuale: bisogna scongiurare chiusura e licenziamenti, evitando un danno gravissimo ad un territorio e a una comunità già vessati”.
E proprio la Casa della Divina Provvidenza e le problematiche occupazionali derivanti dalla sua paventata chiusura sono oggetto della proposta di deliberazione di Consiglio presentata dai portavoce del Movimento Cinque Stelle. Proposta che partendo dallo storico impegno assunto dall’istituto, ribadendo la preziosa funzione sociale e assistenziale svolta, chiede che siano adottate tutte le misure necessarie a scongiurarne la chiusura – con conseguente perdita dei numerosi posti di lavoro – previo coinvolgimento di tutti i soggetti e le Istituzioni del territorio, chiamate ad operare a tutela e difesa della Casa della Divina Provvidenza secondo rispettive competenze in materia.
La Casa della Divina Provvidenza per i cronici derelitti – questa la sua prima denominazione – nasce a Sassari nel 1910 grazie all’impegno della Congregazione delle Dame della Carità di Vincenzo De Paoli e con il sostegno di padre Giovanni Battista Manzella. L’istituto inizialmente prestava ricovero e assistenza alle donne indigenti, poi anche a bambini, orfani e portatori di handicap. Nel 1930 l’istituto è diventato Ente morale con approvazione di apposito statuto, mentre nel 1984 ha cambiato nome – diventa Casa della Divina Provvidenza – diventando recentemente Fondazione onlus che presta assistenza sanitaria e psicologica agli anziani.