Per Massimo Ferrero non ci sono dubbi sull’opportunità della decisione di rinviare le partite di ieri per la morte del capitano della Fiorentina, Davide Astori.
“E’ stato un segnale importante, è successa una cosa inspiegabile. E’ stato giusto perché i calciatori si incontrano, giocano, lottano e si conoscono tutti quanti. Ditemi come quale testa sarebbe sceso in campo un giocatore suo amico… Per me è stato giusto, un bel segnale di unità: lo sport è sport e ieri ha vinto il dolore”, ha notato il presidente della Sampdoria prima della riunione della Lega Serie A.
“Ho una moglie fiorentina. Firenze è una città meravigliosa, e ho avuto modo di conoscere questo ragazzo – ha continuato Ferrero -. Ha vinto lo sgomento, noi facciamo spettacolo, sport, dobbiamo insegnare ai ragazzi delle cose, e ieri c’è stato un colpo di scena inaspettato. Abbiamo regalato al mondo la cosa più bella, la vita. Ma ieri ha vinto qualcosa di più importante, il dolore, lo sgomento. Ho appreso la notizia appena atterrato a Verona, e mentre in autostrada andavo a Bergamo mi chiedevo come avrei fatto a dire a Viviano di andare in campo. Dietro gli sportivi ci sono gli uomini, c’è la sensibilità. Checché se ne dica, il ‘viperetta’ c’ha un core”.