Il Cagliari non riesce ad allungare la striscia positiva. Ed è un po’ il marchio di fabbrica di questo campionato: risultati altalenanti, manca la continuità. La squadra di Lopez si ferma a Verona dopo tre partite senza sconfitte.
E ritornano anche, dopo due giornate, anche i gol al passivo. Il vantaggio di Giaccherini è stata una punizione in tutti i sensi. Un bel colpo su calcio piazzato, ma anche l’inevitabile conseguenza di un atteggiamento troppo rinunciatario. Forse mentalmente i rossoblu hanno tentato di replicare la gara senza (quasi) tiri in porta di Reggio Emilia. Il calcio, però, insegna che senza creare pericoli può andare bene una o due volte. Ma non sempre. Ed è un peccato perché tutti si fanno la stessa domanda: perché le conclusioni di Pavoletti, una in rete e una sventata da Sorrentino, sono arrivate solo a risultato compromesso? Di buono rimangono tre cose: il sesto gol dell’ex Napoli, la reazione (anche se tardiva) e il primo assist di Lykogiannis.
L’attenuante? Senza Cigarini manca ordine a centrocampo. Sia nella fase di costruzione della manovra, sia nella fase di palleggio, quando si deve respirare ed evitare che l’iniziativa torni subito agli avversari. Ieri Lopez ci ha provato con Padoin per assicurare più libertà a Barella. Ma la verità è che nella rosa manca un giocatore che per caratteristiche tecniche si avvicini un po’ a quelle del regista ex Sampdoria. Il problema è che si dovrà andare avanti così per due o tre giornate. La classifica non preoccupa, il prossimo turno sì: a Cagliari arriva un Napoli praticamente costretto a vincerle tutte da qui alla fine del campionato per assicurarsi uno storico scudetto.