Al solito un problema storico di Cagliari è quello di che cosa fare degli edifici storici, che solitamente finiscono all’asta e nella mani di qualche facoltosa società, fondazione o privato.
Questa volta è il turno dell’Ospedale Civile, ma è soltanto l’ultimo di tanti spazi sottoutilizzati e inutilizzati, io lo riscrivo tanto per non lasciare spazi vuoti davanti alla storia e non fare pensare a nessuno che la responsabilità di una evidente inadeguatezza culturale ed artistica Cagliaritana rispetto ad altre realtà Italiane ed Europee sia d’addebitare a chi a Cagliari risiede, la vive ed anima culturalmente:
– Cagliari è una città che rispetto le altre città metropolitane Europee non ha un’Accademia di Belle Arti, questo vuole dire che è sprovvista di un ambiente storico secolare e culturale nato secoli addietro per investire sulla propria formazione, cultura, ricerca artistica e memoria.
– Cagliari è una città ad altissimo tasso di spopolamento e bassissimo tasso di natalità, economicamente è una di quelle città da crisi nera, più nera della pece, Europea, dove non si muove un euro.
– Altissimo è il tasso d’emigrazione di giovani che si spostano anche per motivo di studio e lavoro (non tutti hanno la possibilità di pagare 7000 euro l’anno per frequentare lo IED), e chi studia e sostiene il suo studio lavorando in un’Accademia fuori perché poi dovrebbe tornare a lavorare nell’unica città metropolitana d’Europa dove un’Accademia, ossia l’ambito di specializzazione dove ci si è formati, non esiste?
– Altissimo è anche il tasso della dispersione scolastica Cagliaritana (il più alto d’Europa), eppure i dati antidipersione scolastica nell’isola rientrano in parametri di normalità nazionale soltanto nei percorsi Liceali artistici e Musicali, ovviamente si impennano nuovamente riguardo all’Alta Formazione Artistica dal momento che a Cagliari non c’è mai stata.
– Alto è anche il numero di chi formatosi fuori tenta di rientrare a Cagliari, sperando che tutto ciò cambi e intorno ai quarant’anni emigra nuovamente (per sempre) dal momento che in una Cagliari priva d’Alta Formazione Accademica, si ritrova sempre ad essere trattato come un dilettante o un “freelance”, in un contesto dove artista sottintende significati spregiativi rispetto ad altri.
Perché questo lungo preambolo? Soltanto perché pensavo sarebbe una cosa meravigliosa in un unico spazio Cagliaritano fare un grande polo e perché no Politecnico delle Arti, che riunisse Liceo Artistico e Musicale, Conservatorio e finalmente un’Accademia di Belle Arti, che possa costituire un peso istituzionale per la comunità creativa residente, turisti e istituzioni politiche amministrative al servizio del pubblico, certo tutto questo andrebbe progettato e programmato, perché li dove la propria storia, la propria cultura e la propria memoria non è mai stata scritta in relazioni alle mutevoli dinamiche del contemporaneo, sarebbe il caso di cominciare a farla e scrivere, così tanto per dire… A proposito la struttura è stata pensata da Gaetano Cima, architetto che ha determinato l’attuale Cagliari Neoclassica, la sua più importante opera è proprio il monumentale ospedale civile di Cagliari, rigorosamente neoclassico, modernissimo per l’epoca a Cagliari (1842).
Per quanto tempo dovremmo ancora subire il giochino e lo spot “politichese” del giornalismo Cagliaritano del “quale pensate debba essere il destino di questo meraviglioso e spaziosissimo edificio al centro di Cagliari?” Cagliari un’Accademia di Belle Arti non l’ha mai avuta, neanche in età neoclassica, e questo è quanto.
Mimmo Domenico Di Caterino