Durante una partecipata assemblea, nella sala XI del castello dei Doria, sono state diffuse le informazioni sulla class action contro Abbanoa, promossa dal comitato di cittadini castellanesi, di concerto con Adiconsum. Ad illustrare i tempi ed i modi dell’adesione il portavoce del comitato cittadino Piero Arru, il presidente di Adiconsum, Giorgio Vargiu, il legale dell’associazione di consumatori Franco Dore e la responsabile, per Adiconsum, del servizi idrici Silvia Piras, che ha risposto alle numerose domande dei cittadini su casi particolari relativi a disservizi o controversie personali. ”

La nostra battaglia ha il solo scopo di tutelare i diritti dei consumatori – ha sottolineato Arru- non di far fallire Abbanoa, nonostante questa non abbia mai, neppure tentato, di alleviare il disagio con l’invio di autobotti di acqua potabile. Dopo le 800 pre-adesioni gia raccolte nella prima fase, adesso tutti potranno aderire, titolari di utenze, famigliari, i condomini che usufruiscono di allacci collettivi ed anche i consumatori da tutta la Sardegna”.

Il Tribunale di Cagliari ha infatti emesso un ordinanza che ha unito, la class action castellanese, con quella del “Comitato per l’acqua i Sardegna”, partito da Sassari, estendendo, di fatto, l’azione legale a tutta l’isola. “Il giudice ha già ribadito la fondatezza delle nostre ragioni e l’ammissibilità dell’azione legale – ha ribadito Giorgio Vargiu – la parte più complicata è stata superata. Sara molto difficile che il tribunale ribalti la sua decisione, ora si tratta solo di quantificare il risarcimento spettante ai ricorrenti”.

Nel periodo dal 2011 ed il 2015 infatti, gli utenti di Castelsardo hanno avuto ben 753 giorni, certificati dalle analisi Asl, di acqua non potabile, inutilizzabile per gli usi alimentari, e moltissimi altri, non certificati, in cui il liquido è talmente scuro e odoroso da non poter essere utilizzato neppure per gli usi igienici. L’azione legale richiede un rimborso, per i 753 giorni certificati, per il danno “patrimoniale”, gli utenti hanno infatti continuato a pagare l’acqua come potabile, nonostante non lo fosse e, in aggiunta, hanno dovuto approvvigionarsi di acqua non potabile.

Si richiede inoltre anche il danno “non patrimoniale” per il disagio subito dai consumatori e dai loro famigliari. Il rischio economico per gli aderenti sarà limitato ai 10 euro di contributo spese (5 per chi ha già fatto la pre-adesione). I consumatori potranno compilare i moduli per l’adesione, tutti i giorni, presso i locali della Cisl in via Roma, dalle 16 alle 18 , presso l’edicola di Lu Bagnu di Eliana Malocu, orari di apertura, presso lo studio informatico di Giandomenico Sanna in Via Sedini, dalle 1630 alle 19:00 e l’agenzia immobiliare di Genesio Pinna in via Sant’Antonio dalle 16 alle 18.

Occorrerà fornire la fotocopia della carta d’identità e di una fattura relativa al periodo 2011/15 (attenzione, non un bollettino pagato!). “La nostra é una battaglia sociale – ha concluso il legale Franco Dore- ed è  l’unica occasione che abbiamo. La class action infatti, per legge, non potrà essere ripetuta due volte per lo stesso motivo.