Cosa succedeva centocinquant’anni fa a Sassari, quando si decideva di dedicare una statua o un busto a un cittadino illustre? E come si presentano oggi i monumenti statuari nelle più importanti città europee e del mondo? Lo si può scoprire nell’Archivio storico comunale di via Insinuazione fino al 15 gennaio grazie alla mostra “VIVO. Come una statua”, un percorso espositivo promosso dal Circolo Culturale Aristeo che gode del patrocinio della Regione, del Comune di Sassari e del Comitato per un monumento a Enrico Costa. L’iniziativa è stata inaugurata venerdì 15 dicembre di fronte a un pubblico di appassionati e a personalità del mondo politico e culturale della città.
Tra le carte un po’ ingiallite all’interno delle teche, i visitatori possono ammirare progetti originali, bozze di presentazione, schizzi, mappe e vecchie foto. Preziosi documenti dove spuntano i nomi dei personaggi immortalati nelle statue e nei busti che adornano le piazze di Sassari. Nomi come quelli di Domenico Alberto Azuni, Pasquale Tola, Felice Cavallotti e Vittorio Emanuele.
«Da un lato, il fine della mostra è quello di favorire una conoscenza più consapevole della statuaria urbana a Sassari – ha spiegato Simonetta Castia di Aristeo –. Da un altro lato si vuole far sì che questa conoscenza della città passi attraverso il filtro consueto che noi adoperiamo da circa quindici anni, quello di Enrico Costa, di cui ci apprestiamo a celebrare i 110 anni dalla morte nel 2018, anche con la volontà di realizzare una statua in piazza Fiume».
Un maxischermo al centro della mostra presenta immagini con esempi significativi di sculture “vive”, che in numerose città europee passeggiano o partecipano insieme alla popolazione: a Cremona un pensieroso Stradivari contempla il suo violino, a Napoli Totò si presenta in una delle sue pose memorabili, per arrivare a celebri icone contemporanee come quelle di Brigitte Bardot a San Tropez o Michael Jordan a Chicago, e la recentissima statua di Lucio Dalla seduto su una panchina in piazza de’ Celestini a Bologna. E ancora Jane Austen, Oscar Wilde, James Joyce, Andersen, Italo Svevo, Umberto Saba, Don Chisciotte e così via.
Allo stesso modo, Costa dovrebbe trovare collocazione a breve distanza dalla casa in cui visse gli ultimi anni della sua vita e di fronte alla Biblioteca universitaria che custodisce gran parte del fondo di scritti a lui facenti capo.
«Costa è stato l’archivista principe della città – ha spiegato il direttore Paolo Cau –. A lui è stata dedicata anche la sede del rinnovato Archivio storico comunale, e quindi era giusto e doveroso allestire una mostra in questa sede, dove tra l’altro sono conservate tutte le pratiche». L’allestimento è curato graficamente da Stefano Serio, mentre il percorso espositivo da Simonetta Castia, Stefania Bagella e Paolo Cau.