I dati ufficiali sono quelli pubblicati qualche giorno fa da Eurokai, il grande gruppo tedesco che comprende anche Contship Italia e quindi il Cict di Cagliari: il traffico merci al porto canale di Macchiareddu è crollato del 28%. Ma l’opposizione in Consiglio regionale, con un’interrogazione (primo firmatario Attilio Dedoni, Riformatori) al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore dei Trasporti Carlo Careddu, aggiunge nuovi elementi: nel 2016 attraccavano venti navi alla settimana con una media di 19mila unità paganti (cioè i container movimentati che generano profitto), ora invece soltanto 6-7 con 5-6000 unità paganti.
E la situazione sta diventando preoccupante, anche per i lavoratori: “Le imprese che ruotano intorno alla Cict – denuncia l’interrogazione – hanno visto drasticamente compromessa la situazione economica e conseguentemente hanno ridotto i dipendenti lasciando i lavoratori senza stipendio, TFR e senza contributi versati”. I consiglieri chiedono misure urgenti per evitare che 700 addetti perdano il lavoro. E propongono nuovi strumenti fiscali per battere la concorrenza nel Mediterraneo. Nel mirino delle forze di minoranza soprattutto Comune di Cagliari, Autorità di sistema portuale e Regione.
“Stiamo tornando indietro – ha detto Stefano Tunis, Forza Italia – e registriamo inerzia sul fronte della zona franca: il retrobanchina del porto canale è asse strategico per lo sviluppo. Sono importanti gli investimenti per attrarre le nuove super navi. Ma questi investimenti non si sono realizzati: vogliamo sapere perché”. Dedoni accusa: “Non sono riusciti nemmeno a tracciare le linee della zona franca”. All’attacco anche l’azzurra Alessandra Zedda: “Le responsabilità – ha detto – sono di Comune e Regione”. Giorgio Oppi (Udc) tira in ballo il “tasso di ancoraggio”; mentre Paolo Truzzu, di Fratelli d’Italia, parla di “caso eclatante” ed esprime la sua preoccupazione per il possibile “Natale amaro” dei lavoratori del porto.