La protesta dei precari del Consiglio nazionale delle ricerche sbarca in Sardegna, dove oggi oltre 50 lavoratori hanno chiesto aiuto ai sindaci e ai consigli comunali sardi. I precari che lavorano negli istituti di ricerca sardi si sono riuniti a Baldinca (Sassari) per partecipare in videoconferenza al dibattito con le altre sedi in cui si manifesta contro il precariato perenne nel Cnr: Roma, Pisa, Palermo, Bologna, Firenze e Cosenza.

I ricercatori sardi in attesa da anni di un contratto di lavoro vero sono un terzo del personale dipendente, rispetto alle 200 unità di ruolo, e sono sparsi tra Cagliari, Oristano, Ogliastra e Sassari, con quindici sedi afferenti a quattordici istituti. I lavoratori hanno spiegato la difficile situazione in cui lavorano da anni e chiedono una mobilitazione “contro la Finanziaria in approvazione al Senato, che non prevede alcuna misura per il superamento del precariato nel Cnr e nessuno stanziamento di fondi per la stabilizzazione del personale precario”.

Un caso emblematico è proprio l’Istituto di Chimica biomolecolare di Sassari, dove tre ricercatrici portano avanti un lavoro sulla diagnostica tumorale con assegni di ricerca, senza certezze di impiego, di retribuzione e di paracadute sociali: niente malattia, niente maternità, ferie o disoccupazione. I ricercatori hanno affisso uno striscione all’ingresso della sede sassarese del Cnr sassarese e hanno annunciato di voler mantenere il presidio a oltranza.