Gli emigrati sardi promuovono la continuità territoriale “per tutti”, sardi e non, ipotizzata nel bando bocciato dall’Ue, e lanciano un appello alla Regione perché difenda “i diritti dei sardi”, se necessario, anche davanti alla Corte di Giustizia europea, e alle associazioni imprenditoriali, sindacali e agli enti locali perché si mobilitino a sostegno di questa azione.
Promotore dell’iniziativa, il consiglio direttivo nazionale della Federazione delle associazioni degli emigrati sardi che, in una mozione, sostiene che “gli emigrati e le loro famiglie sono direttamente danneggiati da questa presa di posizione comunitaria che contrappone burocraticamente, in maniera distorta e non proporzionata, il divieto degli aiuti di Stato alla misura perequativa dello svantaggio, sacrificando il diritto alla mobilità dei cittadini”. Non solo. La Fasi ritiene che il nuovo bando bocciato da Bruxelles colpisca “duramente lo sforzo di incrementare, durante tutto l’anno, i segmenti del turismo sardo non balneare”.
La continuità territoriale applicata a tutti i sardi e non sardi sulle rotte per Cagliari, Olbia, Alghero, per la durata di 10 mesi l’anno, secondo gli emigrati, “è una misura che risponde, sia pure non pienamente, al principio di riduzione dello svantaggio, nei settori dei trasporti e della mobilità, derivante dalla condizione di insularità”. Inoltre la Fasi ricorda che “questo tipo di applicazione della ‘continuità per tutti’ è stato sperimentato positivamente nei due anni passati” e che “era stato avanzato e discusso con la Commissione Trasporti di Bruxelles l’allargamento a livello europeo della continuità territoriale 2, attraverso la proposta di accordi innovativi che coinvolgessero anche i low cost”. Pertanto, “è incomprensibile e ingiustificato il motivo del rifiuto”.