rifiuti-tar-and-quot-no-rivalsa-stato-su-enti-multa-ue-su-discariche-and-quot

La tassa annuale sui rifiuti urbani in Sardegna, nel 2017, ammonta a 363 euro, rispetto ai 300 euro di media nazionale e in aumento (+3,4%) rispetto ai 351 euro del 2016. In testa Cagliari (549 euro), che risulta il capoluogo più caro di Italia e registra l’incremento maggiore rispetto al 2016 (+10,9%) tra le province sarde. E’ questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che per il decimo anno consecutivo ha realizzato un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prendendo come riferimento nel 2017 una famiglia tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.

Dopo Cagliari la tariffa media più alta si trova a Nuoro 335 euro, con un taglio, però, dell’1,8%, rispetto al 2016 quando il costo era stato di 341 euro. Seguono Oristano e Sassari, dove le tariffe, in un anno, sono rimaste invariate: rispettivamente 295 euro e 272 euro. Nell’Isola crescono i livelli di raccolta differenziata: nel 2016, secondo i dati Ispra, si è arrivati a livello nazionale al 52,5% (+5% rispetto al 2015), stabile lo smaltimento in discarica che nel 2016 si attesta al 25%. In Sardegna si registra una percentuale di raccolta differenziata pari al 60,2% (+3,8 % rispetto al 2015).

“Quest’anno la nostra indagine si inserisce in un contesto paradossale in cui molti Comuni hanno sbagliato il calcolo della spesa dovuta, nel passaggio da Tarsu a Tia, a Tares e quindi a Tari, determinando così una spesa molto più onerosa per alcune famiglie – commenta Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva – Ancora più paradossale è che, dichiarato l’errore, si lasci comunque, come stabilito dalla recente Circolare del Mef, l’onere della ricostruzione dei calcoli corretti ai cittadini”.