Più attenzione e maggiori risorse per la povertà; apertura di una vertenza entrate che comprenda anche il sistema delle autonomie locali; evitare che i 40 milioni di euro lasciati liberi dalla Giunta regionale a disposizione del Consiglio si trasformino in una “legge mancia”. Sono le richieste avanzate da Anci Sardegna dopo un’analisi del disegno di legge della Finanziaria 2018 appena approvato dalla commissione Bilancio e prossimo alla discussione in Aula.
“Accogliamo con favore i dati positivi sull’economia e sull’occupazione – ha detto il presidente Emiliano Deiana (Pd) – tuttavia non possiamo non considerare la situazione della povertà nell’Isola, soprattutto in riferimento ai dati sul Reis, il Reddito di inclusione sociale”. Nel 2017 i nuclei familiari che hanno presentato richiesta sono circa 21mila: mancano per il 2017 circa 40 milioni di euro. “Guardiamo con favore anche ai 120 milioni in più di entrate nelle casse della Regione – continua il numero uno dell’Anci – ma non possiamo ritenere chiusa la vertenza entrate che sinora è stata vissuta dalla Regione non come vertenza di tutto il sistema istituzionale, ma solo dell’ente Regione”.
Se ai sardi mancano 1,5 miliardi di euro di trasferimenti a partire dal 2014, “i Comuni – sottolinea Deiana – hanno subito i tagli più importanti, il 74%, siamo infatti passati da 411 milioni a 107. Ecco perché chiediamo che si riapra una vertenza con lo Stato che riguardi le autonomie locali ma anche la continuità territoriale per uno sviluppo più adeguato”. Sulle spese, in relazione ai 40 milioni lasciati liberi, l’Anci “chiede al Consiglio un’assunzione piena di responsabilità – spiega il presidente – affinché queste risorse possano finanziare interventi di sistema e di politiche di contrasto alla povertà e all’emarginazione, di contrasto al complesso fenomeno dello spopolamento, e di sostegno al diritto allo studio e all’istruzione”.