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«Spetta alla politica attivare quei percorsi che portano ad un’occupazione stabile, ad un miglioramento generale delle condizioni economiche e sociali delle nostre comunità. Stiamo appena uscendo da una crisi drammatica durata dieci anni che ha sconvolto gli equilibri occupazionali e sociali della nostra Regione e quindi non è facile riavviare le politiche occupazionali e quel percorso di inserimento lavorativo utile ad un miglioramento progressivo della qualità della vita».
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau questa mattina durante la conferenza stampa convocata dalla delegazione regionale della Caritas per illustrare i nuovi dati su povertà ed inclusione sociale in Sardegna e ospitata per la prima volta nella sede del parlamento sardo. Durante l’incontro con i giornalisti sono state esaminate le problematiche emergenti relative alla povertà e ai bisogni rilevati sul territorio nello scorso anno, sulla base dei dati forniti dai centri d’ascolto delle Caritas diocesane della Sardegna, illustrati dal direttore della Caritas di Iglesias, Raffaele Callia, responsabile del servizio Studi e ricerche dell’organismo pastorale della CEI.

«La Caritas rappresenta un osservatorio privilegiato dei bisogni e delle difficoltà sociali – ha sottolineato Ganau – la ringrazio per la scelta di presentare il report in questa sede istituzionale, ma ringrazio la Caritas soprattutto per le attività di sostegno e ascolto che quotidianamente svolgono sul territorio. Il lavoro è l’emergenza principale che dobbiamo affrontare – ha sottolineato il presidente – e su questo si stanno attivando delle politiche i cui risultati non possono essere raccolti nell’immediato Agli strumenti emergenziali che vengono messi in campo dalla Caritas si affiancano soluzioni proposte e avviate dalle istituzioni pubbliche. Il Reis, ad esempio, che ha consentito di mettere a correre 40 milioni di euro da destinare all’ inclusione sociale per facilitare attività lavorative. Dall’altra il tema della dispersione scolastica sul quale io insisto molto. I dati della Caritas illustrati oggi confermano che la bassa scolarità è uno degli elementi che facilita la caduta nel regime di povertà, rendendo difficile l’accesso lavorativo».

Il presidente del Consiglio si è soffermato poi sulle politiche attivate dalla Regione contro la dispersione scolastica per garantire favorevoli condizioni di studio nelle scuole e quelle per il sostegno agli studi superiori e universitari “attraverso il miglioramento delle condizioni di ospitalità dei non residenti e l’incremento delle borse di studio per le famiglie con redditi bassi, tutti interventi mirati a migliorare la qualità della formazione e garantire quindi migliori prospettive lavorative. Se non riduciamo questo fenomeno avremo giovani che avranno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro – ha aggiunto – perché è dimostrato che con l’incremento della scolarità aumentano le possibilità occupative. È necessario intervenire in maniera articolata con un lavoro congiunto fra istituzioni, Caritas e associazioni di volontariato – ha concluso il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda – per evitare sovrapposizioni e consentire così azioni mirate e più efficaci al contrasto delle povertà».
All’incontro, coordinato da don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana di Cagliari sono intervenuti monsignor Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda e monsignor Giovanni Paolo Zedda, vescovo delegato della Conferenza episcopale sarda per il servizio della carità.