“Sono molto preoccupato, in commissione non è stato raggiunto l’accordo. A volte ci si dimentica che il centrosinistra autonomista e sardista ha preso un impegno preciso con gli elettori. Avevamo un programma elettorale sull’introduzione della doppia preferenza di genere, non è pensabile che ci si attardi attorno a dettagli molto inferiori rispetto alla salvaguardia di un principio costituzionale e statutario”.

Così il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus (Cp), al termine della seduta del parlamentino, convocato questo pomeriggio per un ultimo tentativo per raggiungere un’intesa sull’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale della Sardegna, prima del voto in aula domani alle 16. I nodi rimangono sempre gli stessi, e sono legati al mancato accordo sugli emendamenti per introdurre le liste paritarie che obbligano i partiti a candidare il 50% di uomini e altrettante donne, spaccature soprattutto in maggioranza. Dettagli tecnici, che però rischiano seriamente di far saltare la leggina, considerando che si fa sempre più concreta l’ipotesi che qualcuno possa chiedere il voto segreto e affossare il testo, come successe nel 2013.

Agus, in un breve incontro con i giornalisti improvvisato nella sala stampa del Consiglio regionale, non nasconde la preoccupazione, e neanche la rabbia: “Sono relatore di questo testo, è evidente che non potrei rimenare nemmeno un secondo alla guida di un organismo in un Consiglio regionale incapace di portare avanti la parola data. Domani mi aspetto che i tanti che in queste settimane si sono espressi a favore della doppia preferenza di genere, siano conseguenti, e approvino, con voto palese o segreto, il testo presentato dalla commissione, con o senza emendamenti, dettagli rispetto all’obbiettivo principale”. La non approvazione del testo, continua l’ex Sel, “eventualità che non voglio neanche prendere in considerazione, segnerebbe la fine politica della maggioranza di centrosinistra”.

Continua Agus: “La storia quando si ripresenta, si ripresenta sotto forma di farsa. Nel 2013 non c’era un’opinione pubblica abituata a esprimere due preferenze, siamo a fine legislatura, o la maggioranza di centrosinistra da un colpo di reni, o c’è il rischio che i nostri elettori non capiscano tutto questo”.

Quindi l’appello al presidente della Regione Francesco Pigliaru: “Mi aspetto che domani sia in aula, anche perché lui è il garante del programma di governo. Sull’autonomia poi, non si tratta solo di fare braccio di ferro con lo Stato, ma di dimostrare volta per volta che l’autonomia serve: la non approvazione del testo, sarebbe uno dei pretesti a livello nazionale per scardinare la nostra autonomia, si continuerebbe a dire ‘dovreste usarla per essere migliori, e invece…”.

Infine sull’ipotesi del voto segreto: “C’è il rischio che domani qualcuno possa chiederlo, ma se esiste una maggioranza politica, c’è nel segreto dell’urna o con la trasparenza. Se non c’è la maggioranza politica, possiamo andare ora ad approvare la finanziaria, ma non dobbiamo fare altro. L’auspicio è che comunque domani, si approvi il testo”.

Fonte: Agenzia Dire