“Che speranza possiamo avere se persino ‘Sardegna accessibile’, un’applicazione commissionata dal relativo assessorato competente si dimentica delle disabilità cognitive ed è inaccessibile alle persone cieche?”. A chiederselo è Massimo Vettoretti, presidente della sezione territoriale di Treviso dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus, che punta il dito sull’app regionale che dovrebbe avere l’obiettivo di fornire un quadro informativo ai viaggiatori che, pur avendo impedimenti oggettivi, desiderano programmare una vacanza in Sardegna.
Lo stesso Vettoretti ha scritto una lettera all’assessorato sardo, ricordando che l’app, che dimentica l’inserimento delle disabilità cognitive e psichiche, così come è concepita “viola la Legge 4 del 2004 e successive modificazioni, rappresenta una discriminazione ai sensi della Legge 67/2006, viola la Convenzione Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità che è legge in Italia dal 2009, le raccomandazioni in tema di accessibilità dell’Agenzia per l’Italia Digitale, il nuovo codice degli appalti (che obbliga la PA ad includere nel capitolato delle gare d’appalto requisiti di accessibilità), il Codice UE sugli appalti e le raccomandazioni specifiche del WTO e altre norme ancora”.
L’applicazione, secondo il presidente della Onlus trevigiana, oltre a dimenticare totalmente di trattare le problematiche delle persone con disabilità cognitive, è totalmente inaccessibile alle persone cieche che fanno uso del lettore dello schermo VoiceOver integrato nel sistema operativo iOS. “Tuttavia – conclude Vettoretti – prima e oltre la mera violazione delle norme di legge, risulta offensivo e incomprensibile come un’applicazione che si occupa proprio di accessibilità sia inutilizzabile da una così larga parte del pubblico cui è destinata”.
A sollevare la questione è stata Veronica Asara, presidente di Sensibilmente Onlus Olbia. “È totalmente inutile – sostiene Asara – progettare e produrre senza chiedere la nostra partecipazione di associazioni come la nostra: Sì buttano soldi pubblici e si fanno pasticci come nel caso di questa app”.
“Scriverò in Assessorato – rilancia la presidente dell’associazione – anche perché è da tempo che chiediamo un tavolo tecnico sul turismo accessibile in cui possano interagire le associazioni, i comuni, i responsabili dei trasporti pubblici e gli albergatori e ristoratori così come ogni altra figura coinvolta nei servizi turistici isolani”.