“Il Partito sardo d’azione, a pochi mesi dalle elezioni politiche e a poco piu’ di un anno da quelle regionali, strizza l’occhio a destra e a sinistra, ammiccando la mattina con quel partito, il pomeriggio con quell’altro. Mi chiedo cosa impedisca al Psd’az di schierarsi apertamente per un polo nazionalitario insieme a tutte le altre forze di ispirazione sardista”. Cosi’ il capogruppo del Psd’Az in Consiglio regionale, Angelo Carta, lancia un appello agli esponenti del partito fondato nel 1921 da Emilio Lussu, per rompere gli indugi in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, e mettersi alla guida di una coalizione di movimenti indipendentisti e autonomisti sardi. “Non si puo’ negare- spiega Carta- che, anche a seguito sia della vicenda Catalana e dell’impatto del referendum lombardo-veneto, nella societa’ in generale stia prevalendo un sentimento identitario, una volonta’ di autodeterminazione che non si erano mai manifestati con questa dirompenza. Il Psd’az e’ alla soglia dei cento anni di vita, un primato unico in Italia, che lo pone come pietra angolare per qualunque aggregazione di forze che si riconoscono nel programma e negli ideali sardisti”.

Carta fa quindi autocritica e sferza i vertici del partito: negli ultimi i 20 anni “abbiamo espresso con il nostro lavoro consiglieri regionali, assessori regionali, presidenze e consigli di amministrazione, sindaci e consiglieri comunali. Mai pero’ siamo riusciti a far prevalere le nostre rivendicazioni, che poi sono quelle dei sardi tutti: zona franca, lotta alle servitu’ militari, continuita’ territoriale, lingua, cultura. Nulla o quasi nulla, se si esclude la legge 26 del 1997 (Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna, ndr), il Psd’Az e’ riuscito a realizzare”. Partito che, “ha galleggiato nella politica della Sardegna ancorato ai sardisti nel cuore e all’affezione verso un glorioso simbolo, ma sempre meno il risultato ottenuto e’ frutto di un voto di opinione e condivisione della politica attuata dal Psd’Az. Piuttosto e’ sempre piu’ il risultato del momento, legato al candidato con il suo pacchetto di voti”. Continua l’ex sindaco di Dorgali: “Se l’obiettivo politico dei dirigenti del partito sara’ per l’ennesima volta il soddisfacimento delle personali ambizioni di potere, il Psd’Az continuera’ a galleggiare. Probabilmente si cerchera’ di azzeccare la coalizione vincente, come si e’ fatto spesso, quasi come giocare al lotto per vincere il massimo, salvo poi accontentarsi del premio di consolazione”.

Questa volta, sottolinea Carta, “il banco puo’ essere il Psd’Az: potrebbe veramente essere il nostro partito a dare le carte e, al tavolo della politica della Sardegna, potrebbe autorevolmente sedersi a giocare la sua partita e non quella di altri. Non da solo, ma neanche in compagnia di chiunque”. Il Psd’Az puo’ farsi carico di questo, “ma deve smettere di imbastire mercati- conclude- ed esporsi come merce di scambio in favore di un sogno o di un’ambizione che, per quanto legittimi, per quanto condivisibili, nulla hanno a che vedere con gli interessi dei sardi tutti. Se si smettera’ di aver paura di perdere poltrone, la politica potra’ essere anche generosa con chi avra’ il coraggio di condurre il Psd’az ad essere cio’ per cui e’ nato: lo strumento per la riscossa e la rinascita della Sardegna”.

Fonte: Agenzia Dire