“Limba e istoria sarda in s’iscola”. Messaggio sintetico e chiaro racchiuso in uno striscione esposto questa mattina davanti all’Ufficio scolastico regionale dall’organizzazione Caminera noa, tavolo di discussione sulle battaglie per la Sardegna in concomitanza con uno sciopero promosso da Si Cobas. Il sit-in è cominciato alle 11: oltre lo striscione anche bandiere con i Quattro Mori ed interventi al microfono.

Punto centrale l’istruzione. L’obiettivo: convincere Regione e scuola a firmare un accordo per introdurre in classe corsi di storia e lingua sarda. “Non è possibile – ha detto Cristiano Sabino, uno dei promotori della manifestazione – che ci siano zero ore dedicate alla conoscenza di queste materia: tutto viene affidato alla voglia di fare di qualche volontario”. E ancora: “Noi chiediamo che il bilinguismo sia riconosciuto. Qui se sai il sardo non gliene frega nulla a nessuno, mentre da altre parti la conoscenza della propria lingua dà punteggio”.

Una rivoluzione dei programmi che, sostengono i manifestanti, avrebbe anche riflessi sull’occupazione. “Si produrrebbero centinaia di posti con lavoro a tempo indeterminato- ha continuato Sabino- per sardi che invece ora cercano fortuna altrove. Avere coscienza storica e linguistica significherebbe valorizzare la nostra specificità e cultura”. Chiesto anche un incontro con il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani.