Contrari alla riforma della rete ospedaliera “perché sono contrari territori e ci sono fortissime preoccupazioni ovunque anche perché le promesse fatte sono demagogiche”. Lo dicono i manifestanti della rete per la sanità pubblica che ha protestato davanti a Consiglio regionale dove si è alle battute finali per l’approvazione del provvedimento, seguite da una delegazione degli oppositori alla riforma.
“Bisogna ripartire da quello che sta succedendo nella vita reale poi capire che cosa stanno votando – attacca Claudia Zuncheddu, leader di Sardigna Libera – Abbiamo ospedali in una situazione di grande disagio e non vengono date risposte alle esigenze dei cittadini”.
Zuncheddu cita alcuni servizi dell’ospedale Binaghi “che hanno chiuso i battenti. Stesso discorso per l’ospedale Marino a rischio chiusura. Nel Policlinico Universitario il pronto soccorso recentemente inaugurato, lamenta carenza di personale, mentre l’ospedale Brotzu è diventato un grosso contenitore di servizi da altri ospedali. Per Gigi Pisci, portavoce della rete per il Sarcidano e la Barbagia di Seulo, “l’impatto di questa riforma è stato particolarmente grave quando un anno e mezzo fa è stato chiuso il blocco operatorio di chirurgia e le liste di attesa si sono allungate con i pazienti costretti a dover migrare in altri territori anche per le cose più semplici.
Ecco perché – sostiene – abbiamo la convinzione che i soldi risparmiati dalla Giunta attraverso questa riforma vengano scaricati sotto forma di costo sociale sulle famiglie. Come comitato abbiamo fatto tutto il possibile per cercare di preservare al massimo i servizi e per premere sul potere politico che, però, sostanzialmente non ha ascoltato ma creato soltanto specchietti per le allodole per l’imminente campagna elettorale”.