Al via, con qualche apertura da Roma, il confronto sul contributo alla finanza pubblica da parte della Regione Sardegna che ha aperto con lo Stato una vertenza sugli accantonamenti. Oggi a Palazzo Chigi c’è stato il faccia a faccia, più politico che tecnico, fra il governatore Francesco Pigliaru, e l’assessore del Bilancio Raffaele Paci, con la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi, e i sottosegretari del Mef, Pier Paolo Baretta, e degli Affari regionali, Gianclaudio Bressa.
Mercoledì prossimo, 18 ottobre, un nuovo incontro sempre nella capitale, per iniziare a vedere le cifre: si parte dai 684 milioni di euro di cui la Regione chiede di poterne dare la metà. E se al termine del percorso si troverà l’accordo, l’ipotesi preliminare è quella di inserire un emendamento nella legge di stabilità nazionale per definire il quantum.
“Siamo qui per l’esigenza di aprire un tavolo per valutare il nostro contributo alla finanza pubblica dello Stato che ci sembra sproporzionato e non equo – ha detto Pigliaru -. Il tavolo è molto importante per noi e ho visto la disponibilità del Governo a continuare il dialogo: i tempi sono stretti perché c’è la legge di stabilità che sta arrivando”. “Andiamo avanti in questo confronto – ha osservato l’assessore della Programmazione Paci – si parte da 684 mln e noi chiediamo almeno un dimezzamento: come tutte le intese si cercherà di trovare una via mediana.
C’è stata un’apertura e una disponibilità ad accettare il confronto nel quale lo Stato e la Regione si mettono d’accordo su una cifra: quanto la Sardegna deve contribuire alla finanza pubblica per i prossimi tre o cinque anni. E’ lo stesso metodo seguito già da Trento e da Bolzano e che si è rivelato molto solido anche rispetto a contenziosi”.