“Nel carcere di Uta abbiamo trovato molta umanità. Il penitenziario è nuovo ed è in condizioni ottimali dal punto di vista delle strutture, ma risente totalmente di una quotidianità legata al contatto diretto tra chi gestisce e tra i detenuti”. Così Carlo Loi, segretario dell’associazione R@adicali Cagliari, al termine della visita effettuata questa mattina all’interno della casa circondariale di Uta, a cui hanno preso parte anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda e il senatore di Campo Progressista, Luciano Uras.
La visita rientra nella mobilitazione nazionale promossa dal Movimento Radicali Italiani nelle carceri di tutto il Paese. La delegazione è entrata a Uta intorno alle 9.30 per uscire poco dopo le 13.30 – Zedda e Uras sono andati via circa un’ora prima. “Ci sono delle criticità – sottolinea Loi – si risente dell’assenza di spazi adatti alla quotidianità dei detenuti, esiste un problema legato alle attività che possono svolgere. Mancano alcune strutture che migliorerebbero la situazione”. Più critico il senatore Uras. “Certamente il carcere di Uta è in una situazione migliore di quello di Buoncammino – spiega – ma rimangono i problemi di sovraffollamento, circa un centinaio di detenuti in più rispetto alla capienza. E poi c’è la carenza di personale della polizia penitenziaria, sotto di almeno cento unità”.
Altro ‘nodo’ è quello dei trasporti. “Il penitenziario è stato costruito in un’area industriale lontano dal paese – ricorda il parlamentare sardo – la distanza è un disagio che subiscono gli operatori, i volontari e i familiari che vanno a colloquio ma anche i detenuti in semi libertà che devono spostarsi per andare al lavoro”. Una soluzione potrebbe essere imminente. “Ci siamo impegnati con il sindaco Massimo Zedda per risolvere il problema dei collegamenti – annuncia Uras – e assieme affronteremo la questione per migliorare la situazione complessiva della casa circondariale”.