‘A che punto è la globalizzazione: verso un governo zootecnico mondiale?’. E’ questo il titolo della conferenza che si terrà ad Arborea, nel teatro parrocchiale venerdì 29 settembre alle ore 19.
L’iniziativa è promossa dall’Associazione “Tabità” che ha voluto fortemente la presenza di Maurizio Blondet, giornalista dal 1970 per 37 anni e la sua vita professionale è legata a testate come Gente ed altri periodici di Rusconi editore, il Giornale, l’Avvenire e La Padania, sia come autore ma anche come inviato.
Ha collaborato a Italia Settimanale, diretto da Marcello Veneziani (una testata ora defunta) e fin dagli anni ’90 ha cominciato ad indagare sui poteri oligarchici, finanziari e sovrannazionali.
L’11 settembre 2001, inviato da Avvenire a Manhattan a coprire il mega-attentato delle Twin Towers, non ha tardato a scoprire e denunciare gli indizi che smentivano la “versione ufficiale”.
In Italia, è stato il primo ad uscire con un volumetto che smentiva tale versione: “11 Settembre, colpo di stato in Usa”. Dove appunto ha sostenuto, portando gli indizi raccolti a New York, che non si trattava di un attentato “islamico” (del resto Bin Laden era un agente americano contro i sovietici in Afghanistan), ma di un di colpo di stato di tipo nuovo, una presa del potere delle istituzioni del governo americano: dove un nuovo centro di potere (i neoconservatori, estremisti filo-israeliani della lobby ebraica in Usa) avevano detronizzato l’oligarchia storica “ (il Council on Foreign Relations, Rockefeller eccetera) per lanciare la super-potenza americana nelle guerre e destabilizzazioni dei paesi del Medio Oriente troppo potenti per Israele.
A cominciare dall’Irak, paese modernizzato e media potenza regionale, per poi proseguire con la destabilizzazione-frammentazione di Libia, Siria, Libano, Iran.
“Ci siamo accorti dopo che tale titolo sia stato scelto proprio per un incontro ad Arborea, cittadina che vanta proprio nella zootecnia uno dei settori più produttivi per tutta l’isola – scrive l’Associazione culturale Tabità in un post su Facebook – ma nel nostro caso il concetto di allevamento non è usato in senso positivo, come invece nel vero ambito zootecnico, bensì per parlare di un triste orientamento che le oligarchie internazionali stanno dando al governo del mondo attraverso la globalizzazione: un allevamento di pollame”.
“Secondo le scelte operate ultimamente da queste oligarchie (di cui Blondet farà nome e cognome) sembra che i popoli debbano diventare solo uno strumento (come lavoratori-servi e come consumatori) soprattutto delle grandi élite finanziarie, che attraverso grandi società internazionali intendono governare l’economia mondiale – e concludono – laddove ancora è possibile una economia sana frutto del lavoro e dell’impegno personale serio e professionale, è possibile parlare di storia e di politica in modo sano, col semplice proposito di ricordare il bene comune ci riguarda tutti, non solo fazioni o gruppi di potere nella società. È ciò che intende perseguire Tabità con questi incontri”.