«Comunità isolate e territori divisi, sono ormai insostenibili i disagi e i danni causati dalla chiusura prolungata del ponte di Oloè. A questo punto è necessario un intervento urgente del Governo per individuare una soluzione che ponga fine a una situazione che si trascina da febbraio» – È quanto afferma il deputato del Movimento 5 Stelle, Andrea Vallascas, in un’interrogazione al Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture in merito alla vicenda del ponte sulla provinciale 46 Dorgali-Oliena chiuso dal mese di febbraio.
«La situazione del ponte – spiega Vallascas –, già interessato dalla violenta alluvione del 2013, nella quale perse la vita un agente di polizia, è ormai insostenibile. Riaperto al transito dopo il rifacimento delle strutture crollate e la messa in sicurezza dell’alveo del fiume, è stato richiuso al traffico il 25 gennaio scorso per il cedimento strutturale di una campata rilevato dopo alcune precipitazioni particolarmente violente. Dopo una riapertura momentanea, il 18 febbraio è stato nuovamente chiuso perché sottoposto a un provvedimento di sequestro preventivo dalla Procura di Nuoro».
«La chiusura del ponte – prosegue – ha causato una situazione di vero e proprio isolamento delle comunità di Oliena, Dorgali e Orgosolo, in un contesto in cui la viabilità e i collegamenti risultano già insufficienti. Tra l’altro si tratta di comunità che vivono prevalentemente di pastorizia, agricoltura e turismo, conseguentemente la chiusura del ponte ha obbligato allevatori e agricoltori a seguire percorsi alternativi, allungando i tempi per raggiungere terreni e aziende con gravi danni all’economia del territorio. Mentre alcune località, come Oliena, sono state gravemente penalizzate nel corso della stagione turistica».
«A complicare la situazione – riferisce Vallascas al Ministro – ci sarebbero i risultati e le relazioni dei tecnici, secondo i quali, oltre ai problemi statici, il ponte non sarebbe in sicurezza perché si troverebbe a un livello inferiore rispetto alla quota di massimo invaso della sottostante diga di Preda ‘e Othoni. Anche se appare improbabile che, in una regione siccitosa e in presenza di diversi punti di scarico, la diga possa raggiungere la quota di massimo invaso, l’Anas starebbe predisponendo un progetto per un nuovo viadotto, in sostituzione dell’attuale ponte, con un’altezza che consentirà di superare il livello della diga sottostante».
«Visto che la chiusura si sta protraendo da oltre sei mesi – conclude – chiediamo al ministro di verificare il piano allo studio dell’Anas con particolare riguardo al crono programma, alle risorse disponibili e alle soluzioni che saranno intraprese nell’immediato».
Andrea Vallascas, deputato M5S