Se i contribuenti fossero informati sui finanziamenti ricevuti da ogni organizzazione attraverso il 5×1000, l’anno successivo le loro scelte cambierebbero in modo significativo. Cioè sarebbero indotti a dare di meno a quelle poche organizzazioni che generalmente ottengono molto, ridistribuendo le loro donazioni a favore di quelle che invece ottengono di meno. È uno dei risultati di un esperimento condotto in Sardegna su un campione rappresentativo. Il tema è quello dell’informazione sociale.
Gli esiti della ricerca, pubblicati sulla rivista International Tax and Public Finance, vengono presentati in questi giorni a Chicago dall’Università di Cagliari: il lavoro è coordinato da Vittorio Pelligra, professore di Politica economica del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali.
Il tema ha riscosso grande attenzione da parte degli organizzatori della conferenza di Chicago, che ogni anno mette insieme accademici e rappresentanti delle più importanti organizzazioni filantropiche americane (la Lilly Family Foundation e la Melissa and Bill Gates Foundation, solo per fare alcuni esempi) interessati allo studio sperimentale del comportamento pro-sociale e donativo, alla sua evoluzione nel tempo, dall’infanzia all’età adulta, al ruolo che la cultura gioca in tali scelte che possono influenzare fenomeni importanti per la vita sociale in generale (si pensi per esempio alla donazione del sangue, degli organi o al volontariato).