Bordate da destra e da sinistra alla Giunta Pigliaru dopo l’impugnazione decisa dal Consiglio dei Ministri sulla legge omnibus che anticipa la nuova normativa urbanistica. “In tre anni – attacca il coordinatore regionale di Fi, Ugo Cappellacci – il Pd ha riesumato il Ppr di Soru, cancellato il Piano casa, approvato una ridicola leggina ‘anti-edilizia’ e ora si trova con un’altra legge di manutenzione sottoposta al vaglio dei giudici costituzionali. Meno male che Pigliaru e compagni dicevano che erano arrivati loro, quelli seri”.
“Ora – argomenta l’ex presidente della Regione – anche il Governo si butta nella zuffa del Partito Democratico sul tema dell’urbanistica e dell’edilizia. Pigliaru non tenti di contrabbandare questo episodio come un capitolo della sua immaginaria battaglia con lo Stato perché lui con il Governo ha già calato le braghe nel 2014, quando revocò la revisione del Ppr approvata dalla giunta di centro-destra e riportò indietro la Sardegna alla versione soriana del 2006”.
La decisione del Cdm, poi, non stupisce il Campo progressista Sardegna che ribadisce come esista “una diretta connessione tra la qualità della legislazione in materia di gestione, manutenzione, tutela e valorizzazione del territorio sardo e una vera ‘rinascita economica e sociale’ dell’isola. La piena attuazione delle normative paesaggistiche e urbanistiche è bloccata”.
Secondo il senatore Luciano Uras, “va completata la pianificazione paesaggistica con quella del territorio interno, da connettersi con quella esistente della fascia costiera, va rilanciata e definita integralmente la pianificazione urbanistica comunale di adeguamento”. Inoltre, serve una “visione condivisa, la partecipazione attiva della politica, dell’economia e delle organizzazioni sociali, del sistema degli enti locali. Serve soprattutto uscire dallo scontro politico-ideologico e degli interessi particolari. Difficile, però, che tutto questo possa realizzarsi nella cultura della divisione che, chi ha la responsabilità della coalizione di governo alla Regione ha sistematicamente voluto e praticato fino ad oggi, rompendo gli equilibri politici e i patti programmatici di inizio legislatura”.