“Essere tenuti svegli sino alle tre di notte, quando non oltre, alzarsi stanchi e affaticati e dover andare a lavorare o applicarsi agli studi, bambini assonnati, irrequieti e irascibili al mattino, anziani e malati privati del necessario e indispensabile riposo: sembra quella la condizione di vita ineluttabile e deprimente non solo dei quartieri del centro storico, ma anche di almeno altri sette quartieri, oltre il Poetto (come risulta certificato nel Piano Acustico Comunale)” – E’ l’ennesima accusa lanciata dal ‘Comitato Rumore no Grazie’ nei confronti dell’Amministrazione Comunale di Cagliari.

“L’ultimo fine settimana è stato un vero inferno in una città sempre più abbandonata a se stessa, oramai terra di nessuno, dove tutto è possibile: centinaia di persone sedute ai tavoli su suolo pubblico in un vociare insopportabile, vomitare e urinare sulle porte, urlare sotto le finestre e suonare i campanelli per svegliare i residenti se hanno avuto la fortuna di prendere sonno con ricorso ai farmaci come fanno in tanti per disperazione – e prosegue Enrico Marras, Presidente del Comitato – con gravi conseguenze per la salute, già compromessa da anni di inquinamento acustico ambientale. Inquinamento che determina malattie gravi e invalidanti. Oltre che costi sociali altissimi che gravano sul sistema sanitario e sulla previdenza”.

“Di fronte a questo quadro drammatico, da tempo noto e che ha già visto il Comune di Cagliari condannato per violazione dell’articolo 32 della Costituzione (violazione del Diritto alla Salute), impressiona l’indifferenza sconsiderata del primo responsabile per legge riguardo a tale diritto inalienabile: il Sindaco della città – e continua – ma non è il solo, perché colpevoli per inadeguatezza e inettitudine sono pure gli Assessori con competenze in merito quali Ghirra all’Urbanistica, Cilloccu alle Attività produttive, Secchi alla Salute, Medda alla Prevenzione dell’Inquinamento Acustico. Oltre che la Giunta intera come organo di governo”.

“Lo scorrere delle settimane assolate e assordanti hanno messo in evidenza il solito bluff estivo del Sindaco in materia di misure contro l’inquinamento acustico ambientale, bluff che si ripete da anni con tanto di conferenza stampa: la prova più eloquente che le misure adottate sono non solo inutili e risibili ma persino dannose perché appaiono agli inquinatori come un lasciapassare per una pratica distruttiva della vita e della salute delle persone oltre che dell’ambiente, purtroppo quest’anno la sceneggiata è stata messa in atto su un teatrino del nulla col concorso dell’Assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano che appare sempre più inadeguata all’alta funzione che ricopre – e ancora – tutti gli impegni da loro sottoscritti sono rimasti lettera morta: l’applicazione del Piano Acustico Comunale, relegato oramai a relitto inutile e ingombrante; l’attivazione del Piano di Risanamento Acustico dei quartieri di Marina e Stampace, negato persino ai Consiglieri comunali che ne hanno chiesto la visione; l’applicazione del Regolamento per la concessione del suolo pubblico, altro documento divenuto ectoplasma; l’attivazione di un nucleo di Vigili Urbani per la prevenzione e la repressione dell’inquinamento acustico (il corpo dei Vigili Urbani di Cagliari non dispone nemmeno di un fonometro, oramai unico corpo in Italia fra i capoluoghi di provincia); il controllo da parte dell’ARPAS dell’impatto acustico dei pubblici esercizi attivi su suolo pubblico. Chi non ricorda, inoltre, l’annuncio trionfante del Sindaco e delle Associazioni dei commercianti sulla discesa in campo degli stewards a tutela dei diritti dei cittadini negati o violati?”.

“Visto quello che incredibilmente succede nel cuore del centro storico della città (dai bracieri di fuochi ardenti a cielo aperto per l’arrosto di carni d’importazione ai forni a tunnel in ferro per la degustazione di pani “tradizionali” appena cotti) la Giunta appare sempre più Comitato di Sagre paesane che rispettabile e qualificato governo della capitale della Sardegna – e conclude – una città sempre più invivibile induce all’abbandono. Oltre 4 mila negli anni 2011- 2016, al netto dei disperati che, attraversato il Mediterraneo, approdano a Cagliari senza un futuro. Un abbandono, quello dei residenti, che sottrae alla città circa 80 milioni di euro all’anno quasi il doppio delle entrate turistiche, stimate in 45 milioni di euro”.