La maggior parte delle abitazioni che ha subito i danni più gravi a Ischia, nella zona di Casamicciola in seguito al terremoto, erano di buona fattura, in mattoni, pietra o tufo ma non avevano protezioni antisismiche. E’ quanto emerge dal rilievo macrosismico condotto dal 23 agosto dalle squadre del gruppo operativo Quest (QUick Earthquake Survey Team) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), insieme con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energia e sviluppo economico sostenibile (Enea).

“L’area maggiormente danneggiata – segnala il rilievo – dal terremoto ad Ischia, e quasi unicamente, è risultata la parte collinare di Casamicciola Terme, il cui abitato è distribuito sul versante settentrionale dell’isola. Lì infatti l’effetto dell’onda sismica è stato amplificato durante il suo passaggio. Un effetto dovuto al tipo di terreno”.

Secondo il rilievo, la concentrazione dei danni e la loro gravità a Casamicciola Terme si deve oltre alla vicinanza con l’epicentro, anche a quello che i sismologi chiamano “effetto di sito”. “In alcune aree il passaggio dell’onda sismica viene amplificato – spiega il sismologo dell’Ingv, Andrea Tertulliani -. Questo tipo di effetto dipende dalla geologia del terreno, se è soffice o non consolidato”. Su terreni del genere “l’intervento dell’uomo può fare poco per evitare l’effetto di sito. La cosa migliore è non costruirci sopra”, dice.

La maggior concentrazione dei danni nella zona collinare di Casamicciola Terme dimostra “l’effetto di sito” e si accorda, seconda l’Ingv, col fatto che “a distanze anche molto ridotte dalla zona più danneggiata, non compare alcun effetto di danno”. Non appare invece particolarmente danneggiata Marina di Casamicciola, che ha subito danni lievi, anche se abbastanza diffusi, mentre danni diffusi sono stati rilevati nella frazione Fango di Lacco Ameno. A Lacco Ameno capoluogo sono stati osservati sporadici danni molto lievi. Il rilievo è ancora in corso da parte delle squadre di Quest per completare il quadro di tutta l’isola.