“Lo sciopero è un diritto sancito non solo nell’accordo collettivo ma un diritto costituzionale, così come è un diritto da parte della nostra organizzazione sportiva decidere di giocare. Quindi noi domenica non sospendiamo assolutamente la giornata, abbiamo deciso di giocare, di applicare quelle che sono le regole del gioco, vale a dire che chi non si presenta va incontro alle sanzioni previste dalle nostre norme regolamentari, vale a dire: sconfitta per 0-3 ed un punto di penalizzazione”.

Lo ha detto il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento in merito al rischio sciopero in vista dell’inizio del campionato di serie C.

“Per quanto riguarda la disponibilità” davanti alle istanze regolamentari sollevate dall’Assocalciatori, “la Lega Pro – ha aggiunto Gravina – ha dimostrato ancora una volta un grande senso di responsabilità, di disponibilità verso l’Associazione calciatori, abbandonando qualunque logica corporativistica ma ragionando nell’ottica di sistema. Abbiamo quindi sottolineato come la maggior parte delle richieste dell’Assocalciatori sono tutte derivanti da proposte che la Lega Pro ha già portato in sede di Consiglio federale, condivise dal presidente federale, che le ha recepite in un comunicazione che ha mandato all’Associazione calciatori.

Quindi tutto ciò che riguarda problemi dei fidejussioni, problemi degli emolumenti, problemi sui controlli, maggiore garanzia, fondo di sostenibilità legato al fondo di solidarietà, sono tutti temi che sono già stati esauriti abbondantemente. Per quel che riguarda gli ‘over’ l’assemblea ha deliberato di andare ulteriormente incontro alle esigenze di quanto già concordato con l’Associazione calciatori”. “Abbiamo allargato ancora di più la forbice – ha spiegato Gravina – dando la possibilità di utilizzare un altro calciatore fidelizzato, quindi abbiamo non più la possibilità di utilizzarne tre, ma quattro, ed abbiamo tolto il vincolo della continuità dei calciatori ‘bandiera’ e dei calciatori provenienti dal settore giovanile. Quindi i quattro anni non sono più da considerarsi continui ma sono anche non continui”.