Diciotto agenti per controllare 601 detenuti, ieri sono riusciti a fermare l’ingresso nel carcere di 155 grammi di droga, tra eroina, cocaina e marijuana che un detenuto 66enne stava tentando di introdurre nel carcere dopo averla ingerita. Ma “il carcere di Uta è una polveriera ormai fuori controllo”.

Lo denuncia il deputato di Unidos Mauro Pili che stamani, ha effettuato una visita ispettiva nella Casa di reclusione ‘Ettore Scalas’ di Uta sollecitata da Agenti e Sindacati. Il deputato sardo per tre ore ha ascoltato agenti, detenuti e visitato i bracci di tutti i reparti. E ha annunciato “una durissima e urgente” interrogazione al ministro della Giustizia. “Con 601 detenuti dentro la struttura, ho trovato in servizio appena 18 agenti, anziché un minino di 60 necessari per turno. Tutto questo dopo quarantotto ore d’inferno. Tra venerdì e sabato non c’è scappato il morto solo per miracolo. Risse furibonde tra detenuti, con pestaggi a sangue, celle devastate con sradicamento dei sanitari, mobili ridotti a pezzi, porte staccate e diventate scudo per asserragliarsi dentro la cella, vetri esplosi in mille pezzi”, riferisce Pili.

“La cella n.15 del braccio ‘Cagliari’ del primo piano del carcere di Uta è la rappresentazione dell’inferno che si è scatenato ieri sera dentro l’Istituto penitenziario cagliaritano. Reparti totalmente allagati per il distacco di tutti i sanitari. Per gli agenti è stato solo l’inizio di una giornata devastante perché subito dopo si sono scatenate altre due risse in altrettanti reparti, con conseguenze che potevano essere ben più gravi se i pochissimi agenti non fossero riusciti a ripristinare l’ordine dopo lunghe ore di guerriglia. Un gruppo di tre marocchini circondato da un gruppo di sei italiani e il finimondo con pestaggio ha fatto il resto”.

Prosegue il racconto di Pili: “Altrettanto in un reparto protetto dove un detenuto ha minacciato a lungo gli agenti. E oggi tensione alle stelle con un detenuto dell’Alta Sicurezza in rivolta sino a farsi vittima di autolesionismo”.

“Siamo dinanzi ad una situazione incredibile – ha detto Pili dopo la visita ispettiva – che sta degenerando giorno dopo giorno. Gli agenti rischiano la vita quotidianamente in un carcere ormai senza controllo, senza agenti, senza ufficiali e senza direttore. Un carcere gigantesco che da mesi non ha guida e nella giornata del 17 il direttore era sostituito dal sostituto del reggente del carcere. Siamo alla follia gestionale del carcere più grande della Sardegna con una totale responsabilità del primo dirigente del Dap Sardegna e dello stesso ministro della giustizia che continua a non affrontare seriamente l’emergenza del carcere di Uta. Quello che si è verificato nelle ultime ore è solo la punto di una situazione che rischia di degenerare senza alcun tipo di controllo”.

“Ho toccato con mano una situazione ormai degenerata – ha detto Pili a conclusione della visita ispettiva – con gli agenti sempre più preoccupati da questa situazione e da un atteggiamento dei vertici che anziché risolvere le questioni sostanziali continuano ad accanirsi contro il personale sia con inauditi procedimenti disciplinari che con il ricorso a straordinario mai pagato. A questo si aggiunge un ulteriore carico dell’alta sicurezza con 36 detenuti mafiosi e camorristi sempre più a rischio perché senza i servizi necessari e quindi pronti a minacciare rivolte di ogni genere”.

“Il ministro della giustizia – ha detto Pili – è il primo responsabile della situazione e se dovessero verificarsi fatti ancor più gravi sarà solo lui a doverne rispondere. Un carcere di queste dimensioni non può continuare ad essere gestito con tanta superficialità, mettendo a rischio la vita degli agenti. Basti pensare che oggi un carcere di quelle dimensioni disponeva di appena una sentinella per ben 8 posti di vedetta. Siamo dinanzi – ha concluso Pili –  all’irresponsabilità totale del governo della giustizia che se ne frega di agenti, sicurezza e detenuti”.