siccita-pili-ora-commissario-governativo-sardegna

“Il deposito unico di scorie nucleari in Sardegna è dietro l’angolo. Non bisogna stare a guardare, occorre reagire con determinazione e fermezza ad ogni procedura che porta a quella decisione. I Sindaci della Sardegna devono essere i protagonisti di questa azione di ribellione e di rigetto di questo progetto. Nel programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito non è esplicitamente indicato un sito ma nelle pieghe di quell’atto si racchiudono le indicazioni della Guida tecnica 29 di Ispra che indicano espressamente le caratteristiche del sito puntando decisamente sulla Sardegna. Per questo motivo, senza indugio, occorre opporsi sul piano sostanziale e formale a tale nefasto progetto. Il 13 settembre prossimo scadono i termini per la presentazione delle osservazioni – opposizioni al programma. I Sindaci con i Consigli comunali, massima espressione diretta del Popolo Sardo, devono opporsi in prima persona a questo progetto. Più sarà imponente e decisa l’opposizione e più sarà chiara la posizione della Sardegna. Per questa ragione stamane abbiamo trasmesso a tutti i 377 sindaci della Sardegna lo schema di delibera per l’osservazione-opposizione al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. E’ un atto imprescindibile in quella che sarà una lunga lotta contro questa scellerata operazione”.

Lo ha scritto il leader e deputato di Unidos Mauro Pili ai 377 Sindaci della Sardegna rivolgendogli un appello affinché entro il 13 settembre prossimo facciano pervenire la propria opposizione al Ministero dell’ambiente.

“Lo schema di opposizione è fondato sul contenuto del Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi  e sui criteri per la localizzazione del Deposito (di esclusione -approfondimento), di cui alla Guida Tecnica ISPRA n. 29 del 2014, con gli obiettivi delle diverse norme esaminate. La Guida tecnica che viene richiamata e fatta propria prevede criteri di esclusione e mappe non esplicitate ma contenute nei documenti chiave del documento Ispra.

Il piano pubblicato dall’Ispra per individuare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è una sovrapposizione di documenti con un comune denominatore: escludere tutte le aree a rischio. L’Ispra, attraverso la GT29, arriva ad individuare un sito senza esplicitarlo ma che appare facilmente riconducibile alla Sardegna per esclusione di tutto il resto. Attraverso la Valutazione Ambientale Strategica si delega la scelta del sito ai criteri di esclusione individuati dall’Ispra con la conseguenza di ratificare una scelta già fatta attraverso quei presupposti. Nella Guida Tecnica 29 risultano escluse le aree vulcaniche attive e quiescenti, poi quelle contrassegnate da sismicità elevata e infine quelle interessate da fenomeni di fogliazione. La Sardegna, secondo tutti i piani connessi e richiamati, non rientra in alcun modo in queste prime tre priorità di esclusione. Le simulazioni geo-satellitari riportate nella GT29 e conseguentemente nel Programma sottoposto a VAS confermano che, secondo i dati Ispra, la Sardegna sarebbe l’unica regione d’Italia a corrispondere a questi criteri individuati. Il database realizzato dagli Stati Uniti (Database of individual seismogenic sources) richiamato dall’Ispra e conseguentemente dal Programma nazionale individua in modo esplicito nella Sardegna l’unica regione che sarebbe esente da pericoli”.

“La Sardegna – ha scritto Pili ai Sindaci – non può e non deve essere minimamente presa in considerazione nemmeno come ipotesi dai criteri per la realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. La Sardegna ha reiteratamente dichiarato la propria esplicita netta e chiara contrarietà a qualsiasi ipotesi di deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Il 15 e il 16 maggio 2011 si è svolto un referendum consultivo in Sardegna con il 97,13% dei votanti che si è espresso in modo contrario alla realizzazione del deposito di scorie nucleari nell’isola. Dai criteri per l’individuazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi deve essere esclusa la Sardegna che ha sia sul piano normativo costituzionale che popolare escluso la volontà di ospitare tale deposito nazionale dei rifiuti radioattivi per il gravoso e inaccettabile impatto sul paesaggio della Sardegna, inteso nel senso più ampio del valore del paesaggio. La conformazione del territorio sardo e il potenziale sviluppo turistico dell’intera isola, ancora in gran parte da valorizzare e promuovere, sarebbero gravemente compromessi dalla possibile realizzazione di un qualsiasi deposito di scorie radioattive. Le competente primarie della Regione sul paesaggio inteso come «una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni» sono di esclusiva competenza della Regione. La Sardegna è percepita dalle popolazioni che vi abitano, ma non solo da esse, come una terra alimentata dal sole e dal mare, e questa percezione costituisce un fattore fondamentale del paesaggio. Un piano nucleare che la riguardi è dunque inaccettabile e va respinto senza ulteriori indugi”.