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“Ho gia’ detto nelle sedi competenti che non sono favorevole, anzi ho detto che sono contrario a chiamare un’istituzione pubblica con un nome inglese, Destination management organization, acronimo Dmo, che rende il tutto incomprensibile”. Cosi’ il vicecapogruppo del Pd, Roberto Deriu, alla vigilia della discussione in aula del testo unico sul turismo, dopo il via libera due settimane fa in commissione Attivita’ produttive.

La norma, sintesi di 14 diverse proposte di legge presentate da maggioranza e opposizione, indica nel Piano strategico regionale lo strumento per orientare le politiche di settore e dettare le linee per l’esercizio delle funzioni di programmazione, indirizzo e coordinamento, mentre l’attuazione del Piano sara’ affidata al Dmo, soggetto pubblico-privato che avra’ il compito di individuare le modalita’ per la promozione turistica della Sardegna. Deriu domani proporra’ un emendamento, per sostituire Dmo con “Bella Sardegna”, “non solo per il colonialismo linguistico che tradisce un senso di soggezione culturale- sottolinea- ma soprattutto per il fatto che la irriconoscibilita’ del nome e’ lo strumento dell’incontrollabilita’ del soggetto. E poiche’ il soggetto e’ anche pubblico, e si occupa di politiche pubbliche, deve essere controllabile e quindi conoscibile”.