"Sono profondamente dispiaciuto per quello che è accaduto, credevo che i malviventi fossero già in allontanamento", ha detto Mario Cattaneo, il ristoratore di 67 anni che ha ucciso un ladro entrato a rubare nel suo locale. Cattaneo si è fatto vedere nel suo ristorante-tabaccheria Dei Amis, che da stamattina ha riaperto.
"Ecco guardate, questi sono i lividi", dice Cattaneo mostrando i lividi al braccio destro. "Uno di loro mi ha afferrato con forza il braccio – ha aggiunto spiegando di essere ancora dolorante ala schiena e ad una gamba – e cercato di strapparmi il fucile". L'osteria Dei Amis ha riaperto oggi e si è subito riempita di giornalisti e curiosi, ma anche di tanti che volevano esprimere solidarietà alla famiglia Cattaneo. Il ristoratore, dopo aver parlato a più riprese con i cronisti, attorno a mezzogiorno se ne è andato nel retro del locale a cucinare, proprio come se fosse una domenica qualsiasi, per i 70 clienti che hanno scelto oggi di pranzare qui. Attualmente sia il bar sia le sue salette laterali del locale sono piene di gente.
Davanti all' osteria è arrivato anche Giovanni Petrali, l'ex tabaccaio che il 17 maggio 2003 subì una rapina nel suo locale a Milano, in piazzale Baracca, e dopo essere stato aggredito dai banditi inseguì i ladri in strada sparando: ne uccise uno e ferì gravemente l'altro. "Sono stato assolto e lo rifarei ancora, sono i figli che non hanno più voluto darmi la pistola che invece i giudici mi hanno restituito. Lo dirò sempre e mio figlio lo ha detto nel processo anche ai giudici: se quelle persone fossero state a casa loro tutto questo non sarebbe successo", ha detto Petrali.
All'interno sono arrivati gli amici del ristoratore per portare la loro solidarietà. All'esterno troupe televisive e giornalisti. Intanto qualcuno ha lasciato un mazzo di fiori davanti al cancello del cimitero di Gugnano di Casaletto Lodigiano, dove venerdì è stato trovato senza vita il romeno colpito dalla fucilata.
Il giovane era entrato nella osteria-tabaccheria con alcuni complici per rubare stecche di sigarette. Un solo colpo, alla schiena, sparato da distanza ravvicinata lo ha ucciso. Un solo colpo sparato dal fucile da caccia di Cattaneo, che ora è iscritto nel Registro degli indagati della Procura di Lodi per omicidio volontario perché dal suo racconto sono emerse alcune contraddizioni e la sua versione non collima con quella del figlio Gianluca che, alle 3 e 40, col padre ha sentito l'allarme della trattoria e il rumore della saracinesca sul retro che veniva divelta. Sono scesi dalla loro abitazione e sono entrati nel locale: Mario Cattaneo ha avuto una colluttazione con i ladri.
Il ristoratore è rimasto ferito a una mano e "uno ha tirato la canna del fucile ed è partito un colpo", ha raccontato nell'interrogatorio, assistito da un legale, davanti al pm Laura Siani nel Comando provinciale dei carabinieri. La rosa di pallini, probabilmente non ha colpito organi che determinano immediatamente la morte se il ladro, forse anche trascinato dai complici, ha potuto scavalcare due recinzioni prima di accasciarsi in una viuzza, distante un centinaio di metri, che porta al cimitero del paese. Quando i carabinieri della vicina provincia di Pavia hanno trovato il corpo, l'uomo non aveva documenti, probabilmente presi dai complici per rendere difficoltosa l'identificazione. Accanto al cadavere un sacchetto con dei pacchetti di sigarette, magro bottino di un 'colpo' che gli è costato la vita.
L'autopsia, che sarà eseguita lunedì, fornirà ulteriori elementi per chiarire una vicenda in cui, allo stato, non appaiono evidenti le condizioni dell'articolo 52 del Codice penale, quello che prevede l'esimente della legittima difesa che "non prevede la possibilità che si spari comunque e a chiunque" ma che le armi siano usate in casa o in ambienti simili, ha precisato il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro. In caserma, nel pomeriggio, è stato convocato anche un vicino di casa dei Cattaneo: ha confermato che, dopo aver sentito il trambusto, e affacciatosi alla finestra, ha chiesto al ristoratore se l'aveva preso, intendendo il ladro.
"L'ho preso", si è sentito rispondere due volte. La moglie, stando al suo racconto, avrebbe detto al marito: "Lascia quel fucile" e il figlio. "Perché l'hai caricato?". La tragedia non sarebbe accaduta in un contesto di esasperazione per furti o rapine messe a segno di frequente, come accaduto in altre occasioni. Un solo precedente subito dai Cattaneo dieci anni fa e in una zona in cui non esiste un particolare allarme sicurezza.