Non è un buon momento per l'artigianato e la piccola e media impresa in Sardegna. I settori che soffrono di più sono quelli legati alle costruzioni e ai trasporti, leggermente meglio vanno le aziende strutturate, i servizi e la filiera delle attività legate al turismo. Ma i numeri del settimo rapporto congiunturale presentato dalla Cna Sardegna, questa mattina a Cagliari, parlano chiaro: le imprese artigiane nell'Isola sono 35.974 nel 2016 – circa settemila in meno rispetto al 2008 (-16%) – rappresentano oltre un quarto del sistema imprenditoriale sardo, il 25,2% sul totale delle imprese attive per un volume d'affari stimato intorno ai 5,6 miliardi di euro, circa il 17% del Pil regionale.
In calo anche il fatturato medio di un'impresa artigiana: 155mila euro contro i 200mila del 2015. Qualche segnale positivo da produzione, ordinativi e fatturato: nelle attese per la prima parte del 2017 quasi il 50% delle imprese di maggiori dimensioni prevede una crescita, ma la percentuale risulta dimezzata per le più piccole. Per quanto riguarda il credito, diminuiscono le imprese che lamentano un peggioramento delle condizioni complessive del finanziamento bancario: il 10% contro il 15% nel 2015, il 20% nel 2014 e il 31% nel 2012. Restano, tuttavia, ancora deboli gli investimenti significativi che, secondo il rapporto Cna, hanno riguardato nell'ultimo triennio il 22% delle imprese, mentre il 25% sta pianificando di farlo a breve termine.
"L'economia sarda è in piena stagnazione – hanno commentato il segretario e il presidente regionale della Cna, Francesco Porcu e Pierpaolo Piras – occorre recuperare i ritardi e l'esasperante lentezza nell'attuazione della spesa, sui fondi europei, sui bandi per i sistemi produttivi, sulla programmazione territoriale e su tutte le opere infrastrutturali". Quanto ai contratti di programma relativi a Anas, Rfi e Piano per il Sud, "bisogna passare urgentemente dalla pianificazione all'apertura dei cantieri". E in ogni caso, concludono i vertici della Cna, "la Giunta regionale dovrebbe aprire il confronto con le forze sociali".