La multinazionale svizzera dell'alluminio Sider Alloys, ha inoltrato ieri sera via Pec al Governo l'offerta formale di acquisto dello stabilimento Alcoa di Portovesme. Non emerge nessuna indiscrezione sul contenuto del documento che ora si trova sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Adesso il Governo dovrà effettuare tutte le verifiche sulla consistenza finanziaria dell'azienda che si appresta a far riavviare la fabbrica di Portovesme ferma ormai da oltre quattro anni.
Cruciali saranno le condizioni poste dalla multinazionale per concludere l'operazione: precedenti trattative con altri potenziali acquirenti, si erano infatti arenate sui 'paletti' posti dalla società, lo scoglio principale era dato dal prezzo dell'energia. Il ministro Carlo Calenda, con un tweet di risposta a un sindacalista, ha già confermato di aver incontrato "Alcoa e potenziali acquirenti" nei giorni scorsi, sottolineando che "c'è molto lavoro da fare nei prossimi giorni". E dando appuntamento alle parti, al Mise, indicativamente per il 15 marzo.
Il segretario dei metalmeccanici di Cisl Sardegna, Rino Barca, ha auspicato "tempi brevi per le verifiche del Governo e per il riavvio immediato dello smelter". Il 10 gennaio scorso Sider Alloys aveva siglato a Roma un accordo con Invitalia, l'agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa che ha avuto il compito di fare da filtro tra la multinazionale americana dell'alluminio e i potenziali acquirenti dello stabilimento del Sulcis. Nell'intesa l'azienda svizzera si era impegnata a formulare una proposta di acquisto entro il 28 febbraio. Il patto prevedeva anche l'avvio della due diligence entro il 15 gennaio, e la sua conclusione entro il 15 febbraio. Scadenze che la multinazionale ha rispettato.