Oltre 1.300 delegati provenienti da ogni regione d'Italia parteciperanno a Cagliari, dal 26 al 29 ottobre prossimo, alla 48/a Settimana sociale dei cattolici italiani. Il capoluogo dell'Isola diventerà un osservatorio privilegiato della realtà economica, culturale, imprenditoriale e formativa dell'Italia. L'assise sarà composta da economisti, docenti universitari, sociologi, imprenditori, sindacati, oltre ai rappresentanti delle diocesi. L'attenzione dei partecipanti sarà rivolta al tema Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale", secondo la visione di papa Francesco.

È la seconda volta che questo evento nazionale si tiene in Sardegna, dopo il 1957, quando si discusse sui temi della riforma agraria, e a cui presero parte nomi importanti del sistema istituzionale italiano, tra i quali Antonio Segni, Benigno Zaccagnini, Emilio Colombo e il cardinale Giuseppe Siri. Nei prossimi giorni è previsto un sopralluogo del presidente del Comitato organizzatore, l'arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, e dei responsabili dell'ufficio della pastorale sociale della Conferenza episcopale italiana che incontreranno i rappresentanti delle istituzioni locali e faranno il punto sugli aspetti logistici e sulle iniziative culturali che accompagneranno la manifestazione. Intanto sono state già prenotate mille camere negli alberghi della città e dell'hinterland che ospiteranno i convegnisti.

L'evento si svolgerà nel quartiere fieristico del capoluogo. Anche la Chiesa sarda contribuisce alla realizzazione degli obiettivi propri della Settimana. Per questo è stato individuato un itinerario di studio e discussione a livello regionale. Sono previsti sei laboratori seminariali su altrettanti temi nelle diverse zone: a Cagliari; a Oristano (per le diocesi di Oristano e Ales-Terralba); a Iglesias; a Nuoro (per la diocesi anche di Lanusei); a Sassari (anche per Alghero); a Olbia (assieme alle diocesi di Tempio-Ampurias e Ozieri).