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"Molto in questi settant'anni trascorsi dall'introduzione del suffragio universale, è stato fatto in tema di parità. Ma molto c'è ancora da fare per rimuovere gli stereotipi di genere. I Comuni possono contribuire intitolando alle donne scuole, piazze, giardini, strade. Non si tratta di un'operazione di immagine: i toponimi contribuiscono a veicolare la storia e a formare la cultura dei cittadini. Alla fine a creare modelli". Il presidente dell'ANCI e sindaco di Bari, Antonio Decaro, risponde così alla sollecitazione della presidente della Camera Laura Boldrini a promuovere il riequilibrio di genere nella toponomastica dei Comuni. "L'Associazione – scrive Decaro a Boldrini – ha invitato i Comuni associati ad adottare uno specifico ordine del giorno appositamente predisposto e finalizzato a una politica di genere nella toponomastica, attraverso l'attribuzione dei nomi di donne protagoniste dell'attività politica, culturale, sociale ed economica del territorio alle vie, piazze, giardini, scuole e biblioteche". L'ordine del giorno predisposto e inviato agli amministratori locali italiani perché l'adottino, riepiloga brevemente la battaglia delle donne per il diritto di voto, il contributo delle prime elette, fin dalle 21 che sedevano nell'assemblea Costituente, preceduto dal ruolo nella Resistenza e seguito dall'esperienza di cittadinanza attiva nella Repubblica. Quindi impegna il Consiglio comunale a "promuovere iniziative, confronti e approfondimenti circa il significato della piena partecipazione di uomini e donne allo sviluppo della comunità e del Paese a 70 anni dal primo voto libero, democratico, a suffragio universale". Infine sollecita la giunta "ad adottare una politica di genere nella toponomastica attraverso l'attribuzione dei nomi delle 21 donne dell'assemblea costituente nonché di donne protagoniste" nei diversi campi. Se contano i nomi delle strade, conta anche la declinazione al femminile dei nomi: sindaca, ministra entrati nel linguaggio comune non sono ancora adottati nel linguaggio amministrativo. Decaro annuncia a Boldrini di aver preso contatti con il presidente dell'Accademia della Crusca per "approfondire congiuntamente il tema della differenza di genere e linguaggio amministrativo".