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L'alba dell'autonomia e del sentimento identitario sardo si può leggere anche negli atti degli antichi parlamenti sardi, fra il 1355 e il 1799. In particolare nell'ultimo quinquennio, denominato non a caso "periodo rivoluzionario" emergono le prime istanze che gli studiosi si spingono a definire "di tipo autonomistico". Oggi 14 tomi dei 24 periodi storici nel quale è stata suddivisa la collana degli "Acta Curiarum Regni Sardiniae" sono consultabili in tutto il mondo grazie alla loro digitalizzazione e pubblicazione sul sito istituzionale del Consiglio regionale.

"Sono orgoglioso di questo risultato – ha esordito il presidente dell'Assemblea, Gianfranco Ganau, presentando il progetto – dall'inizio della legislatura ci siamo posti l'obiettivo di completare l'opera: oggi sono stati presentati 14 volumi, il quindicesimo sarà presentato e pubblicato anche on line agli inizi del 2017 e altri due sono all'attenzione del comitato scientifico".

Per Michele Cossa (Riformatori), si tratta di "un'opera unica nel suo genere e che rappresenta la pietra su cui si basa la nostra identità ed un contributo importante a supporto delle ragioni dell'autonomia della Sardegna". Il professor Giacomo Ortu ha spiegato che "in alcuni periodi si intravvedono i primi segnali di autonomia, linguistica e politica con la richiesta che anche le istituzioni dovessero essere sarde. E' da vedersi in questo contesto la richiesta per l'istituzione dell'università nel 1543, che poneva già allora il problema di istruzione e formazione delle classi dirigenti".