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Signor Maurizio ha una lunga esperienza lavorativa in vari rami professionali, con diverse mansioni. Ha osservato, ha imparato, ha eseguito, ha perfino gestito. Per molti anni, troppi, ma ancora pochi. Signor Maurizio cerca lavoro, ha 60 anni e inizia proprio così, presentando la sua età, l’annuncio online in cui, in quattro righe, zippa la sua vita: 
 
Ho 60 anni. Ho una lunga esperienza commerciale sia di vendita che acquisti, ho gestito venditori e ho seguito clienti , ho esperienza vendita e gestione in negozio , esperienza come magazziniere e uso carrello elevatore , buon uso del computer . Disponibile a valutare qualsiasi opportunità a condizioni sia una azienda serie , disponibilità immediata.
 
Signor Maurizio potrebbe essere mio padre dieci anni fa. Solo che mio padre, un decennio fa, nelle sue mattinate, sarebbe già potuto andar per funghi o coltivare fiori, se avesse voluto; perché, dopo quarant’anni di lavoro, si è potuto permettere di andare in pensione. Signor Maurizio invece, a sessant’anni, è uno dei tanti abitanti di un sito di annunci, uno di quelli che affollano gli spazi di richieste di lavoro. 
 
E quindi c’è un annuncio, dentro c’è il signor Maurizio, le sue esperienze, le sue richieste e il suo numero di telefono. E poi c’è la sua età: quei sessant’anni che non mi aspettavo e che mi hanno congelato il respiro; quegli altri 35 annunci online collegati allo stesso account in cui trovo anche la signora Laura, probabilmente sua moglie, di anni 55. Anche lei ha una lunga esperienza e cerca lavoro:
 
Ho 55 anni una lunga esperienza di vendita in negozio sono disponibile a valutare qualsiasi opportunità , disponibilità immediata . Appartenenza alle categorie protette (ex art. 18 L. 68/99)
 
Un annuncio tira l’altro, con i numeri di telefono di signora Laura e di signor Maurizio, reduci dello stesso fallimento che cercano lavoro e mettono in vendita di tutto: lampade, mobili, attrezzature da giardino, da ufficio, suppellettili e sanitari. Una famiglia di disoccupati, che forse ha dei figli, che forse aveva un’attività commerciale finita male, che si rimette in gioco a un’età in cui ci si dovrebbe godere i nipotini in casa, al parco, al centro commerciale nel reparto dei giocattoli.
 
Signora Laura usa Whatsapp. E’ una bella donna, con occhi scuri e capelli mechati di biondo, ben truccata, molto curata, con al collo una bella collana. L’espressione sembra un po’ stanca, forse.
 
Anche signor Maurizio usa Whatsapp, ma preferisce una foto in cui appare di profilo. Ha i capelli scuri, tinti probabilmente, con un bel taglio curato. Occhiali da sole in testa e al collo uno di quei laccetti da sigaretta elettronica. 
 
Signor Maurizio e signora Laura cercano lavoro a sessant’anni. E come loro, tanti altri. Ringrazio Dio perché al loro posto ci sarebbero potuti essere anche signor Ignazio e signora Caterina, i miei genitori. O signora Emilia e signor Carlo, i miei vicini di casa, che hanno 70anni e si godono i risultati di un’attività commerciale andata bene, invece. Signor Maurizio e signora Laura potremmo essere io e mio marito tra 20 anni.
 
Sessantenni in cerca di lavoro, per poter onorare il mutuo, per poter pagare gli studi ai figli, per mandarli in palestra, forse. Sessantenni dignitosi, ben curati, che sorridono fuori e piangono dentro, dopo una vita passata a lavorare.
 
Così me li immagino Maurizio e Laura. Dalla bottegaia del vicinato che, mentre batte alla cassa due chili di pane, chiede loro come stanno i ragazzi, se hanno ritrovato il cane, se sono già andati all’Ikea che ha aperto da poco. Così mi immagino signora Laura, che risponde “tutto bene” e che paga due chili di pane con i soldi che ha recuperato vendendo online la collana che portava al collo nella foto di Whatsapp.