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Ambiente e specie che vivono lontani dalla superficie del mare. Negli abissi, tra i 50 e i 400 metri. È la mostra "Colori profondi del Mediterraneo", organizzata da Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e ospitata dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar di Sardegna al molo Ichnusa di Cagliari sino al 16 ottobre. Trentatré le immagini in esposizione, alcune scattate proprio in Sardegna.

Le foto, provenienti dagli archivi di Ispra, sono state anche raccolte in un libro fotografico edito dall'istituto, sono una selezione rappresentativa dei 900 punti di immersione e delle 50 campagne oceanografiche portate avanti, dal 2007 in poi, dai ricercatori. Lo studio è stato consentito grazie all'utilizzo di strumentazione d'avanguardia, in particolare di un ROV (Remotely Operated Vehicle), piccolo robot pilotato dalla nave d'appoggio e che naviga in prossimità del fondo, acquisendo filmati, foto dell'ambiente circostante e raccogliendo piccoli campioni degli organismi marini presenti. "Questa mostra – spiega Bernardo De Bernardinis, presidente Ispra – che illustra i risultati di diversi progetti di ricerca, due dei quali condotti in collaborazione con l'Università di Cagliari, ha il fascino della scoperta di un tempo combinato con le potenzialità tecnologiche del futuro, è una grande opportunità scientifica e rappresenta un importante tassello nelle nostre conoscenze sulla biodiversità del Mediterraneo. È facile entusiasmarsi all'epica della scoperta, ma prima ancora di questa c'è la quotidianità della ricerca, la messa a punto della strumentazione, la raccolta del dato, la sua analisi per arrivare alla valutazione delle ipotesi che hanno motivato lo studio e la sua finalizzazione a servizi utili al Paese, tra i quali la conservazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici che da essa derivano".

Bellezze, ma anche assalto dell'uomo. "Dalle reti abbandonate- spiega Roberto Isidori, Commissario straordinario dell'Autorità portuale- che arrivano a spezzare i rami dei coralli, ai copertoni e ai bidoni che diventano talvolta rifugio per crostacei e pesci, fino alle buste di plastica e le bottiglie. Le immagini raccontano insomma della lotta quotidiana che anche gli uomini della Capitaneria di porto combattono a tutela del mare in particolare vigilando su tutte le attività marittime e portuali, salvaguardando la vita umana in mare, vigilando sulla sicurezza della navigazione e del trasporto marittimo, tutelando l'ambiente marino, i suoi ecosistemi e vigilando sull'intera filiera della pesca marittima".