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Continua il braccio di ferro tra studenti e Università attorno al boicottaggio di Technion, che ha raccolto più di trecento adesioni nel mondo accademico italiano: l’obiettivo è fare in modo che gli atenei taglino le collaborazioni con il Politecnico di Haifa, che dedicherebbe una parte delle proprie ricerche nello sviluppo di tecnologie che nuocciono al popolo palestinese.
Anche a Cagliari gli studenti che hanno aderito al boicottaggio avrebbero dovuto tenere un’assemblea sull’argomento. Un incontro era fissato per ieri al Palazzo delle Scienze di Cagliari, ma dal Dipartimento di matematica e informatica, che inizialmente aveva concesso un’aula, è arrivato all’ultimo momento il divieto di utilizzare gli spazi.
I promotori dell’incontro non si sono però scoraggiati e hanno improvvisato l’assemblea direttamente sulle scale dell’androne del Palazzo delle Scienze. “È vergognoso svilire in questo modo le nostre opinioni” ha detto Riya Hassan (Palestinian Bds National Committee). “L’Università è lo spazio degli studenti che la vivono ogni giorno, noi tutti abbiamo il dovere e il diritto di plasmare l’Istituzione, tutti insieme. Pensieri, idee, opinioni non possono e non devono essere censurate”.
Dall’Università arriva una risposta categorica: “Ci atteniamo alle regole dell’Ateneo – ha detto Andrea Loi, Presidente del Dipartimento – non si possono affrontare temi politici dentro l’Università”. Pronta la risposta degli studenti: “Non aver concesso un’aula è già di per sé un atto politico” sostiene Alessia Ferrari, portavoce di ‘Studenti contro Technion’. “Con questa decisione l’Università reprime la presenza di un contraddittorio e il sacro diritto da parte degli studenti di esprimere un’opinione”.