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"Oltre un quarto del pianeta è a rischio desertificazione". Lo affermano gli studiosi di tutto il mondo che hanno partecipato a Sassari al convegno internazionale "Wadis-Mar – water harvesting and agricultural techniques in dry lands: an integrated and sustainable model in Maghreb regions", organizzato dal nucleo di ricerca sulla desertificazione dell'Università di Sassari.

"Le terre aride ricoprono il 39,7% della superficie terrestre, in cui vive più del 34% della popolazione mondiale", è l'allarme, al quale si somma la preoccupazione per il fenomeno della degradazione del suolo, cui contribuiscono i cambiamenti climatici e l'azione dell'uomo.

"C'è un fenomeno di sovra-strutturazione degli acquiferi costieri, con conseguente salinizzazione delle acque sotterranee dell'area del Mediterraneo, che contribuisce ad accelerare i fenomeni di desertificazione", sostengono gli scienziati, per i quali "nelle zone aride l'acqua c'è, ma bisogna imparare a gestirla nel modo appropriato, evitando sprechi e importando tecniche agricole che consentono di risparmiarla".

Esperti e addetti ai lavori hanno in ultima analisi affidato al sistema dell'istruzione scolastica e universitaria e ai decisori politici, a tutti i livelli, il compito di "coinvolgere di più le comunità locali nel dibattito, valorizzare il carattere interdisciplinare della ricerca e sostenerla come supporto agli investimenti sulla qualità e la disponibilità dell'acqua".