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“Il calendario 2016 dei viaggi del Trenino Verde non è stato ancora definito e autorizzato. Non appena sarà ricevuta l’autorizzazione, sarà immediatamente pubblicato”. Si legge così sul sito internet del Trenino Verde, quando manca poco meno di un mese alla stagione estiva. Il convoglio, da sempre considerato uno dei principali attrattori turistici per far conoscere l’entroterra sardo, sta da tempo vivendo una lenta agonia: l’intera tratta, lunga 159 km (la più lunga d’Italia per lo scartamento ridotto) si misura ogni anno contro una manutenzione scarsa e raffazzonata.

Nel 1921 lo scrittore Lawrence nel suo ‘Mare e Sardegna’ raccontò di un’isola “fuori dal tempo e dalla storia”. Seppur passati quasi cento anni dalla pubblicazione di quello scritto, la Sardegna non è cambiata: se l’obiettivo era quello di incrementare i flussi turistici attraverso il Trenino verde, tentando di attirare visitatori verso l’interno dell’Isola, quell’obiettivo è stato largamente mancato, lasciando appunto “fuori dal tempo e dalla storia” l’intero entroterra sardo, sconosciuto ai molti turisti.

Quello che è certo è che quest’anno la Regione e l’Arst, che ha in mano la gestione del Trenino Verde, hanno deciso di chiudere la tratta Lanusei-Arbatax per ragioni di sicurezza. A farne le spese sono in primis gli operatori turistici e le imprese ricettive che accolgono i visitatori. “Questo taglio sarà un duro colpo per noi” ci spiegano. Ora, per raggiungere la stazione del treno, i turisti arrivati da Arbatax con i traghetti saranno costretti a viaggiare in pullman fino a Lanusei. “Se dieci visitatori lo scorso anno prendevano la decisione di viaggiare con il Trenino da Arbatax – chiedono gli operatori turistici -, chi lo farà quest’anno se prima di partire ci saranno almeno tre quarti d’ora di viaggio in pullman per raggiungerlo?”.

“La gestione del treno è pessima” taglia corto Alessandro Murino, vicepresidente dell’associazione turistica Trenino Verde Alta Ogliastra, che punta il dito direttamente contro l’Arst. “Stanno facendo morire il Trenino, con una gestione che tende addirittura a creare operatori di serie A e serie B: l’azienda non può decidere di tagliare una tratta, facendo lavorare soltanto alcuni operatori e lasciando invece a secco altri. Un esempio? Questa primavera gli operatori ogliastrini, da Seui ad Arbatax non hanno lavorato. Non è corretto, visto che tutti dovremmo avere le stesse possibilità. L’Arst – continua Murino – liquida la questione dicendo che sulle tratte chiuse ci sono seri problemi di sicurezza, ma sappiamo benissimo che l’intero tragitto ha bisogno di essere rimodernato”.

Gli operatori dell’associazione turistica sono seriamente preoccupati per la situazione ancora in bilico della stagione estiva 2016. “Naturalmente questo taglio della Arbatax-Lanusei creerà danni soprattutto a noi operatori” continua Murino. “Lo scorso anno, per capirci, con la partenza da Arbatax si pagavano 19 euro andata/ritorno per arrivare a Gairo. Quest’anno, seppur con un taglio del 55% della linea, il prezzo per lo stesso tragitto è sceso soltanto a 16 euro e 50 centesimi: nessuno sarà così pazzo da spendere così tanto per fare soltanto un’ora di treno”. E poi arriva l’affondo: “Ci dicono che non hanno i soldi per aggiustare la tratta per offrire un servizio pubblico migliore, mettendo in ginocchio noi operatori, ma a me vengono in mente i 19 milioni di euro spesi dall’azienda per la nuova sede”.

L’Arst cerca di spegnere le polemiche, facendo notare che per risolvere il problema è necessario uno notevole sforzo economico da parte della Regione. Dagli uffici dell’azienda fanno sapere che il Trenino Verde non verrà dimenticato, tant’è che è in programma un’audizione di Arst e Regione alla Commissione Trasporti e Lavori Pubblici di Camera e Senato, per trovare i finanziamenti necessari per far ripartire a pieno ritmo il Trenino Verde.