"I 620 milioni di euro del Piano Sulcis sono stati tutti delegati, fino all'ultimo centesimo".
Parola di Tore Cherchi, coordinatore del Piano varato alla fine del 2012 per risollevare le sorti economiche e sociali di un territorio in agonia.
"Con l'ultimo provvedimento di delega che risale al mese in corso – spiega Cherchi – possiamo dire che tutte le istituzioni, comprese quelle locali, sono state impegnate nell'attuazione con deleghe e finanziamenti specifici. Ogni soggetto, insomma, è stato messo nelle condizioni di far fronte alla propria parte, a partire dalla disponibilità delle risorse".
Venerdì 12 nella sede della presidenza della Giunta, a partire dalle 8.30, verrà fatto il punto sul Piano Sulcis in occasione della riunione convocata dal governatore Pigliaru e alla quale parteciperanno i sindaci e i sindacati.
Ma chi sono i soggetti attuatori dei circa 70 interventi inseriti nel Piano? Oltre 35 sono stati assegnati ad enti locali e loro consorzi, per un totale di 130 milioni (un quinto del totale). Le società di capitale a controllo pubblico sono titolari dell'attuazione di 17 interventi finanziati con circa 195 milioni di euro, pari al 30% del totale. Tra queste ci sono Anas (viabilità per 56 milioni di euro), Igea (bonifiche per circa 70 milioni di euro), Sotacarbo (ricerca tecnologica, oltre 38 milioni di euro).
La Regione è invece soggetto attuatore di interventi per 66 milioni di euro, mentre lo Stato gestisce, attraverso il Mise, la Zona Franca Urbana che sta erogando 125 milioni di euro di detrazioni fiscali in favore delle micro-piccole imprese artigiane e del piccolo commercio e, attraverso Invitalia, 105 milioni per contratti di sviluppo in maggior parte già impegnati.
Nel quadro finanziario compaiono infine i primi investimenti privati. Fra questi, due contratti di sviluppo (Eurallumina già deliberato e Bioedilizia in istruttoria), nove iniziative in agroalimentare e turismo e due interventi di bonifica (Alcoa e Portovesme, risorse tutte private per circa 50 milioni di euro).
"Il Piano Sulcis è una scatola vuota": così il coordinatore regionale dei Riformatori Michele Cossa e il responsabile del Centro studi Roberto Frongia spiegano i motivi per cui condividono "appieno" le ragioni della protesta organizzata dalla Cisl e da tutti gli altri Movimenti del territorio.
All'interno della crisi che da anni flagella la Sardegna, il Sulcis Iglesiente affonda in una condizione ancora peggiore. "Le famiglie indigenti nell'Isola sono 108 mila, il 15% del totale a fronte di una media nazionale del 10,3%. Nel Sulcis è di ben il 19%, risultante di 35 mila disoccupati su una popolazione di 127 mila abitanti e di un reddito pro-capite che è il più basso in Italia", denunciano i due esponenti dell'opposizione.
E sul piano ambientale, sottolineano, "è sufficiente rammentare che nel Sulcis-Iglesiente, già dichiarata area ad elevato rischio di crisi ambientale, per molti anni è stato prodotto circa il 65% di rifiuti speciali dell'isola". Tutte ragioni per cui "i Riformatori aderiscono alle legittime rivendicazioni del territorio e alle consentite manifestazioni e azioni poste in essere dal Comitato".