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Quarantacinquemila sardi soffrono di gravi problemi psichiatrici. E circa 150 mila combattono episodi sporadici. Tra i fattori scatenanti anche l'emigrazione: a volte i disagi colpiscono chi ritorna nell'isola dopo essere stato fuori per lavoro. I dati emergono dai lavori specialistici in corso nella Cittadella universitaria di Monserrato.
L'ateneo di Cagliari, con lo staff di Mauro Carta, è al centro del progetto dell'Organizzazione mondiale per la sanità teso alla tutela dei diritti dei disabili psicosociali.
Al convegno Who-Quality rights ha preso parte anche l'assessore regionale alla sanità, Luigi Arru. "In molti paesi i disabili psicosociali sono stigmatizzati, discriminati e soggetti a violazione dei diritti umani più basilari. La maggior parte dei servizi di salute mentale nel mondo non ha un approccio basato sul rispetto dei diritti umani e spesso – dice Carta – agli utenti è negata l'opportunità di essere coinvolti nelle decisioni sul loro trattamento e su altri problemi che li riguardano".
In Sardegna il tre per cento della popolazione, ovvero 45mila pazienti, ha problemi molto gravi: tra questi, schizofrenia, disturbi della personalità e bipolari. "Queste persone- continua l'esperto- vanno supportate affinché imparino a prendere le proprie decisioni. È questo l'obiettivo del progetto: assisterli dando loro la massima libertà, allenarli a muoversi in autonomia per affrontare la quotidianità".
Inoltre, c'è una fetta più grande della popolazione pari a circa il 10 per cento, circa 150mila persone, che può avere problemi transitori, come un episodio depressivo o una reazione ansiosa. In Sardegna ci sono problemi legati all'emigrazione.
"Spesso- spiega Carta- chi torna è più debole e rientra con un figlio fragile e magari senza lavoro. I migranti? Tra quelli che arrivano da noi, un quindici per cento ha problemi dovuti a disturbi post traumatico da stress. Ma nei campi dei rifugiati che abbiamo visitato in Burkina Faso, Libano e Giordania si arriva anche al cinquanta per cento".
Il professor Carta amplia l'analisi. "Siamo al centro di un importante progetto per la difesa dei diritti dei disabili psicosociali, in collaborazione stretta con l'Oms che, in un momento di conflitti e con il problema dei rifugiati, ci riconosce un ruolo importante, sia in quanto eredi della tradizione di Basaglia, sia da cagliaritani che hanno fatto molto nel Mediterraneo dal punto di vista culturale.
L'Università di Cagliari entra in un percorso internazionale in cui può immettere ragazzi in formazione. Significa – conclude lo specialista – avere opzioni utili in un grande processo di cambiamento: inseriremo il corso formativo di Who-Quality rights all'ultimo anno del corso di tecnico per la riabilitazione psichiatrica. Ovvero, il modo per avere subito la certificazione Oms indispensabile per la professione".