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Connect, telemedicina in tempo reale. Insomma, lo specialista a distanza al letto del paziente.
Ad esempio per casi urgentissimi come le cardiopatie genetiche.
E per risolvere al volo dubbi decisivi. Come scegliere se trasferire il bambino in un'altra struttura tenendo presente fattori determinanti come il tempo e la distanza.
Primi test superati positivamente. Non solo virtuali. Ma anche reali: un caso a Lanusei è stato risolto proprio attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie con un referto partito immediatamente da Cagliari. E questa può essere la strada del futuro. È il messaggio lanciato questa mattina dalla Regione nel corso della presentazione dei risultati delle prime sperimentazioni in Sardegna. "Mezzi e strumenti importanti- ha detto l'assessore delle Sanità Luigi Arru – per arrivare, attraverso la tecnologia, davvero dappertutto. Validi sia per l'ordinario, sia per la formazione".
Il sistema di teleconsulto, applicato da Cardiologia pediatrica del Brotzu in collegamento con altri centri del territorio ma anche con strutture della Penisola, funziona. Con il supporto del Crs4 è stato realizzato il prototipo del sistema: i test si sono svolti per la cardiologia pediatrica con la Asl di Lanusei, per la medicina di urgenza con il Garofalo di Trieste considerato un centinaio di casi clinici.
Come funziona? Ad esempio con la trasmissione di flussi audio-video in tempo reale per il supporto alla diagnosi. O con la diffusione istantanea di tecnologie integrabili con quelle già a disposizioni. O ancora con la realizzazione di streaming video a scopo didattico. Un sistema che guarda avanti. Il prossimo passaggio sarà quello della mobilità totale utilizzando dispositivi di connessioni 4G ("siamo a buon punto", riferisce il Crs4) per eseguire teleconsulti con lo specialista anche fuori dalla sede dell'ospedale.
E si parla anche di "realtà aumentata" con l'aiuto di dispositivo che consentiranno l'invio di dati sempre più sofisticati. "È un progetto innovativo – ha detto Arru – sposa in pieno lo spirito del lavoro in rete tra strutture e operatori sul quale stiamo puntando con la riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi territoriali".
C'è già l'interesse per lo sviluppo di modelli anche in Palestina, Egitto, Sudan e Birmania: una tecnologia sanitaria da esportazione.