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Si è barricato nella camera da letto del suo villino a San Giovanni Suergiu, un Comune del Sulcis con poco più di seimila abitanti, un piccolo centro che ha scelto come luogo per vivere dopo la pensione insieme alla moglie. Ha impugnato una pistola minacciando di sparare se qualcuno fosse entrato e per 18 ore è rimasto chiuso nella stanza.
Alain Kespy, 74 anni, fisico nucleare di origini svizzere ed ex sindaco di Divonne les Bains, in Francia, solo poco dopo le 18.30 di oggi ha deciso di aprire la porta e consegnare la pistola ai carabinieri che per tutta la giornata, rischiando anche di rimanere feriti, hanno tentato di convincerlo a uscire.
Nella camera sono state sequestrate complessivamente tre pistole. Da una di queste, mentre i militari parlavano con il pensionato, è anche partito un colpo che si è conficcato nella parete sopra lo stipite della porta. Il professore è stato arrestato: dopo le visite mediche si deciderà se andrà ai domiciliari o se sarà ricoverato in una struttura sanitaria.
L'ex docente, secondo quanto ricostruito dai carabinieri che attendono di sentire il fisico nucleare per fare piena luce su tutta la vicenda, si è barricato nella stanza da letto ieri intorno alle 23.30 al termine di una discussione legata alla casa. Un villino comprato quasi un anno e mezzo fa per circa 400 mila euro. Il fisico era già stato molte volte in Sardegna, amava la zona di San Giovanni Suergiu – è molto amico del titolare di un maneggio della zona – tanto che, andato in pensione, ha deciso di acquistare una casa. Ma solo pochi mesi fa, quando anche la moglie è andata in pensione, si è trasferito. Arrivato a San Giovanni Suergiu, avrebbe scoperto alcuni problemi nel villino comprato, aprendo il contenzioso con il vecchio proprietario e custode dell'immobile fino al suo arrivo. Ci sarebbero state continue liti e richieste di denaro.
Una situazione che avrebbe esasperato il pensionato il quale, ieri, dopo l'ultima discussione si è barricato in camera da letto. La moglie preoccupata ha fatto scattare l'allarme.
Per tutta la giornata i carabinieri hanno lavorato nel tentativo di convincere il professore a uscire. Un lavoro delicato che ha visto impegnato il comandante provinciale dei carabinieri, Antonio Cagnazzo, il comandante del Nucleo investigativo Michele cappa e i comandanti del Reparto operativo di Cagliari e della Compagnia di Carbonia, oltre ad alcuni militari specializzati nella negoziazione. Sul posto è anche arrivato il legale che si sta occupando del contenzioso, ma solo poco dopo le 18.30 è arrivata la resa.