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La discarica mai autorizzata di Minciaredda, a Porto Torres (Sassari), tristemente conosciuta come la "collina dei veleni", è stata sequestrata dai carabinieri del Noe di Sassari. Ai responsabili dello stabilimento sono contestati i reati di disastro ambientale e gestione di discarica non autorizzata.
A distanza di una settimana dal sequestro del deposito di rifiuti radioattivi, i militari del Nucleo operativo ecologico provinciale hanno messo i sigilli anche sull'area di oltre 35 ettari che si trova nel terreno di proprietà della Syndial.
Nell'ambito della stessa operazione, è stata sequestrata anche un'area di poco più di due ettari in cui si trova il carbondotto. Questa seconda area – che confina con Minciaredda e risulta di proprietà in parte di Syndial e in parte della Fiumesanto spa, ossia l'ex E.On – sarebbe risultata contaminata dalla migrazione di inquinanti provenienti dalla discarica non autorizzata, resa famosa dallo spettacolare blitz degli attivisti del movimento indipendentista Irs, che una decina di anni fa permisero di far emergere per la prima volta la reale portata degli effetti inquinanti dell'attività svolta senza alcun permesso a La Marinella.
Le due aree si trovano all'interno del sito di bonifica di interesse nazionale delle aree industriali di Porto Torres.
Nella discarica messa sotto sequestro venivano smaltiti rifiuti speciali industriali anche pericolosi, derivanti dalle lavorazioni presenti all'interno del polo industriale petrolchimico, senza alcuna copertura o regimazione idraulica delle acque di percolazione, con conseguente contaminazione delle acque sotterranee con alifatici clorurati, metalli pesanti, solventi aromatici, idrocarburi totali.
I provvedimenti, eseguiti su mandato del gip di Sassari, rientrano tra i provvedimenti scaturiti dall'inchiesta coordinata dal pm Mario Leo con la supervisione del procuratore capo facente funzioni della Procura di Sassari, Paolo Piras.