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"Siamo in una situazione di crisi e di ritardo infrastrutturale e stiamo facendo di tutto per uscirne". L'assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, commenta così i dati pubblicati oggi da "Il Sole 24 Ore", che fotografano un disagio al top per le imprese e le infrastrutture nell'Isola. "La crisi del 2008 in Sardegna ha colpito più che in altre parti d'Italia – spiega -. Le imprese sono andate in sofferenza e le banche hanno ridotto l'erogazione del credito, creando così un corto circuito economico che stiamo tentando di interrompere. Ovviamente dobbiamo tenere conto delle regole dell'Unione europea sugli aiuti di Stato altrimenti più che agevolarle le imprese le danneggeremmo. Ma all'interno degli strumenti consentiti stiamo facendo il massimo per aiutarle a superare il credit crunch". Sono "numeri e situazioni che conosciamo molto bene" continua il vice presidente della Regione, e che "se denunciano un peggioramento dovuto alla crisi economica, non sono adeguati a raffigurare il disagio imprenditoriale in quanto mancano diversi indicatori generalmente utilizzati negli studi su questa tematica. Per esempio sono assenti parametri tradizionalmente utilizzati nel "Doing Business" come le procedure per avviare un'attività, l'assenza della criminalità organizzata, le politiche di attrazione delle imprese che stiamo mettendo in atto". Tra gli strumenti che la Regione sta mettendo a punto un nuovo strumento con i fondi europei che si aggiungerà presto al mix di strumenti finanziari già messi in campo attraverso la Sfirs per aiutare le piccole imprese sarde e alle decise politiche keynesiane, Piano Infrastrutture in testa. Ma anche in questo caso, secondo la Giunta, lo studio pubblicato dal Sole 24 Ore ha fatto scelte "non del tutto appropriate": ad esempio sono stati presi in considerazione come indicatori ferrovie e autostrade, ma non porti e aeroporti, che sono gli unici canali possibili per le merci sarde. Con l'apertura di cantieri, per esempio, in Sardegna ne sono stati avviati centinaia nell'ultimo anno per un valore di almeno 200 milioni. "Il basso indice infrastrutturale è dovuto all'isolamento – continua Paci -. E insularità non è solo mancanza di trasporti, ma anche interruzione di network: tutto il mondo funziona a network, il fatto di essere un'isola crea discontinuità La Sardegna non è uno snodo della rete e questo crea svantaggi notevoli. È chiaro che per realizzare infrastrutture serve tempo, non sono cose che si realizzano in uno o due anni ma noi, col Piano Infrastrutture da 700 milioni, facciamo la nostra parte. La deve fare però anche il Governo centrale. E infatti resta aperta quella vertenza infrastrutture".

Confindustria. "Siamo primi proprio laddove ci sarebbe piaciuto essere ultimi!". E' il commento di Confindustria ai dati dell'indagine sul "disagio imprenditoriale" riportata oggi dal 'Sole 24 Ore', dove risulta che al'Isola è al top dell'indice del disagio calcolato su una serie di parametri. "Certamente la classifica – spiega Confindustria – è pesantemente influenzata da alcuni indicatori di storica arretratezza della Sardegna, come autostrade e ferrovie, confermando la necessità di non allentare l'impegno sul fronte delle rivendicazioni infrastrutturali. Ma, anche considerando le cinque posizioni di peggioramento conquistate dalla Sardegna nell'indagine rispetto alle altre regioni nell'anno precedente, emerge comunque un ulteriore segnale d'allarme che, a prescindere dalla rappresentatività e completezza dell'analisi, sarebbe oltremodo dannoso sottovalutare".

Gli imprenditori sardi "vivendolo sulla loro pelle, non avevano certamente necessità di questo riscontro per sapere che ogni giorno debbono affrontare quasi eroicamente ostacoli straordinari ed impropri che ne minano la capacità competitiva con i concorrenti di altre regioni italiane ed europee. Per questo – conclude Confindustria – attendono dalla politica isolana un cambio reale delle condizioni per fare impresa in Sardegna (infrastrutture, energia, efficienza amministrativa, accesso al credito, trasporti e mobilità) perché non si può essere eroi per troppi anni".