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Dal 28 febbraio Terranova, importante attività commerciale del centro di Carbonia, chiuderà i battenti e i suoi 6 dipendenti finiranno sulla strada. Questa è solo l'ultima di una lunga serie di attività che negli ultimi anni hanno chiuso nel territorio a causa della crisi economica e di scelte poco lungimiranti da parte dell'amministrazione comunale. Chiusure spesso passate in silenzio ma che unite insieme rappresentano la reale gravità di una crisi che non sta lasciando scampo a nessuno nel settore privato-autonomo.



Proprio nei giorni scorsi è esplosa la protesta da parte dei commercianti della centralissima via Gramsci che guidati dal “Movimento Partite Iva del Sulcis Iglesiente” hanno raccolto centinaia di firme per chiedere la cancellazione del provvedimento che ha istituito i parcheggi a pagamento, considerati una concausa delle chiusure, e sollecitare l'amministrazione ad attuare interventi straordinari e urgenti sul fronte delle tasse comunali:



“Se da un lato lo Stato parifica il Sulcis a quello terremotato dell’Aquila, riconoscendo la fiscalità di vantaggio della Zona Franca Urbana, l’amministrazione comunale ne ha sterilizzato gli effetti con le onerose tasse locali. Alla generale crisi economica che ha tagliato i consumi, se aggiungiamo Imu, Tari e Tasi insostenibili, l’equazione ha un solo risultato: la chiusura dell’attività”, dichiara Paolo Bullegas Presidente del Movimento. “La scellerata decisione di introdurre i parcheggi a pagamento – continua Bullegas- ha generato uno “spopolamento” della via Gramsci e del centro di Carbonia. Le famiglie in questo periodo di crisi tendono a risparmiare in ogni ambito e se i parcheggi sono a pagamento preferiscono andare dove non si spende”.



E indubbio che da qualche lustro, le politiche attuate dalle varie amministrazioni comunali che si sono succedute sono state orientate verso la periferia di Carbonia a scapito di quello che per decenni è stato il cuore pulsante di Carbonia e cioè il centro città. Politiche atte a valorizzare e sostenere più il proliferare dei centri commerciali e della Gdo invece che il piccolo ma pregiato tessuto produttivo locale che da sempre ha rappresentato l'economia, ma anche, soprattutto, l'anima della città.