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E' polemica in Sardegna dopo l'annuncio della messa all'asta da parte di Christie's di una rara Dea madre di età prenuragica, realizzata prima del 2500 avanti Cristo, il cui valore stimato va dagli 800 mila al milione e 200 mila euro.
La casa d'asta – come scrive La Nuova Sardegna – ha già messo in vendita la scultura sul suo portale e ha fissato l'asta per l'11 dicembre a New York nella sede di Christie's, Rockefeller Plaza. L'opera raffigura una dea madre di marmo.
L'ex governatore sardo Ugo Cappellacci invita il governo a intervenire "con ogni mezzo, politico ed economico, per riportare in Sardegna la Dea Madre attualmente in vendita sul portale di Christie's".
"Non è la prima volta – spiega l'esponente di Forza Italia – che una parte di storia viene sradicata dalla nostra terra e posta sul commercio. Leggere simili annunci è un pessimo messaggio anche per l'immagine dell'intera comunità e per l'Italia". Cappellacci ricorda che già nel 2009 "Sant'Antioco festeggiò il ritorno a casa di un Arciere di bronzo del periodo nuragico, che, seppur con dinamiche diverse rispetto a quelle di cui si parla in questi giorni, era finito al museo di Cleveland.
Ora è giusto che anche Ozieri e l'intera comunità sarda possano riappropriarsi di un pezzo della nostra storia. Perché la storia di un popolo non si vende". Analogo appello anche da parte del deputato di Unidos, Mauro Pili. "Bloccate immediatamente la vendita della Dea Madre. E' refurtiva, va restituita alla Sardegna – attacca Pili – il governo italiano deve intervenire immediatamente sull'amministrazione americana per bloccare l'asta dell'11 dicembre prossimo a New York. Non si tratta di un pezzo pregiato da vendere". Il parlamentare ricorda che "è un cimelio unico nel suo genere dell'età prenuragica con 4.500 anni di vita. Si tratta di testimonianze nuragiche che rappresentano una rapina a mano armata ai danni della Sardegna e della sua storia arcaica".